
Torino – Esplosione via Nizza, 5 famiglie sfollate rientrano nelle case. Per gli altri ci sono nuove abitazioni

A quasi un mese dall’esplosione che ha colpito lo stabile di via Nizza 389 a Torino, le prime cinque famiglie evacuate hanno potuto fare ritorno nelle proprie abitazioni. Si tratta dei nuclei residenti nella scala 10, una delle tre sezioni dell’edificio coinvolte nella deflagrazione avvenuta all’alba del 30 giugno. Dopo i controlli effettuati dai tecnici della Protezione Civile, gli appartamenti dal primo al terzo piano sono stati dichiarati nuovamente agibili.
Per le altre 23 famiglie ancora senza una casa, i tempi di rientro variano sensibilmente: alcune potranno rientrare entro poche settimane, mentre altre dovranno attendere anche oltre un anno, a causa dei danni più gravi riportati dai rispettivi appartamenti.
Nel frattempo, è stato chiuso il centro di accoglienza allestito nella scuola elementare Umberto I, che per venti giorni ha ospitato quattro famiglie colpite dall’esplosione. Due di queste sono tra quelle che sono rientrate nei propri alloggi, mentre per le altre due i Servizi sociali hanno individuato una sistemazione abitativa alternativa e a lungo termine. In totale, sette famiglie sfollate hanno ricevuto un nuovo alloggio dove potranno restare senza spese per l’affitto. Le restanti sedici hanno trovato rifugio temporaneo presso amici o parenti, anche se alcune sono ancora in fase di valutazione per una sistemazione definitiva.
In queste settimane, come riporta La Stampa, la Fondazione Specchio dei Tempi si è mobilitata per aiutare le persone coinvolte. Ieri è stata consegnata l’ultima parte dei 35.000 euro raccolti tramite donazioni, suddivisa tra 14 famiglie che hanno subito i danni più gravi. Gentian Domi, uno degli sfollati, ha raccontato di aver visto il proprio appartamento andare distrutto dalle fiamme. Anche Bolocan Catalin, la cui abitazione si trovava al quarto piano, ha perso tutto, dai dispositivi elettronici agli oggetti personali. Il figlio di 12 anni, ustionato in seguito allo scoppio, è ancora ricoverato al Cto e ha da poco iniziato a muoversi dal letto.
Un altro colpito è Mohamed Regab, che viveva accanto all’appartamento dove si è verificata l’esplosione: sua figlia di sei anni ha riportato lievi ferite ed è ancora molto scossa. L’incendio ha anche distrutto i risparmi di famiglia e i farmaci essenziali della moglie, che ha un’invalidità del 70%.
Infine, Graziella D’Onofrio, 84 anni, che abitava dal 1972 al secondo piano dello stabile, è ora ospite della figlia a San Salvario. “Mi sveglio ancora ogni notte alle 3, l’ora dell’esplosione”, ha raccontato, ancora visibilmente turbata, dopo aver incontrato i rappresentanti della fondazione benefica.