
Trump e i Dazi al 15% all’Europa – E’ una disfatta economica per l’Unione Europea? Un Patto che sa di resa. L’analisi

Trump e i Dazi al 15% all’Europa – E’ una disfatta economica per l’Unione Europea?
L’Unione Europea ha firmato un nuovo accordo commerciale con gli Stati Uniti che, dietro l’apparente ricerca di stabilità, nasconde una dura realtà: Bruxelles ha ceduto terreno su quasi tutta la linea.
L’intesa, annunciata dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen insieme al presidente statunitense Donald Trump, prevede l’aumento generalizzato dei dazi sulle esportazioni europee al 15%, rispetto alla media del 4,8% del periodo pre-Trump. Un balzo senza precedenti, destinato a colpire duramente settori vitali per l’economia continentale.
Un Patto che sa di resa
L’accordo è stato presentato come un compromesso per evitare un’escalation commerciale che avrebbe potuto degenerare in guerra economica. Ma il contenuto racconta un’altra storia: si tratta di una concessione unilaterale agli Stati Uniti. In cambio della riduzione (parziale) di alcune tariffe, l’Europa ha accettato di aumentare i propri acquisti di gas naturale liquefatto dagli USA per 750 miliardi di dollari e ha promesso 600 miliardi di investimenti diretti nel mercato americano. Trump, dal canto suo, esulta: “Un accordo storico per l’economia americana”.
Tra i comparti europei più penalizzati spiccano l’automotive, l’elettronica, il farmaceutico e l’agroalimentare. L’Italia è tra i Paesi che rischiano di pagare il prezzo più alto: per le imprese italiane, in particolare quelle automobilistiche e vinicole, si prevede un impatto negativo complessivo di circa 317 milioni di euro. L’industria vinicola, già provata dalla concorrenza globale, potrebbe perdere terreno in uno dei mercati più importanti. I produttori stanno già valutando strategie per evitare che i nuovi dazi si traducano in rincari al consumatore finale.
“Le due parti – scrive il Corriere della Sera – “dovranno poi risolvere altre questioni di importanza strategica. Una su tutte: il tema del digitale e della fornitura di semiconduttori, cioè della componente elettronica usata in un largo spettro di applicazioni industriali. Gli americani chiedono che gli europei non si riforniscano dalla Cina. I dossier specifici di alcuni Paesi si intrecciano con problemi di carattere generale. Ieri la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso «soddisfazione» per il fatto che comunque Ue e Usa abbiano trovato un’intesa. Ma ha osservato che bisognerà conoscere i dettagli, prima di dare un giudizio sull’impatto per l’Italia. La botta, comunque, c’è anche per il nostro Paese. Adesso i ministri, le categorie produttive e i diplomatici proveranno a contenere le perdite. Un caso è quello dell’agroalimentare: l’idea è stringere patti con gli importatori Usa in modo da dividersi il fardello del dazio per non rovesciarlo tutto sui prezzi, allontanando i consumatori. Sul piano europeo, la promessa di comprare molte più armi dagli Usa appare in contraddizione con il progetto di rafforzare l’industria militare del Vecchio Continente, un passaggio chiave per arrivare alla costruzione di una difesa comune europea, più autonoma rispetto agli Stati Uniti”.