
Cirié, si potrà essere sepolti con le ceneri del proprio cane o gatto: è il primo Comune in Piemonte

A Cirié, nel Torinese, sarà possibile riposare per sempre accanto alle ceneri del proprio cane o gatto. Il Comune, circa 20mila abitanti, è il primo in Piemonte ad applicare la legge regionale del 2024 che consente di custodire le ceneri degli animali da compagnia nello stesso loculo o celletta del defunto proprietario. Un passo avanti significativo per chi considera il proprio amico a quattro zampe un membro della famiglia a tutti gli effetti.
La svolta è arrivata con una modifica al regolamento comunale di polizia mortuaria, approvata nell’ultima seduta del Consiglio comunale su proposta dell’assessore ai servizi demografici e cimiteriali, Fabrizio Fossati. «Vogliamo offrire questa possibilità a chi ha condiviso una parte importante della propria vita con un animale domestico. È un gesto di rispetto verso un legame spesso più sincero e duraturo di tante relazioni umane», ha dichiarato Fossati. Secondo gli uffici comunali, Cirié è il primo Comune in Piemonte ad adottare formalmente la normativa regionale.
La nuova possibilità, però, prevede alcuni paletti precisi: sarà consentita solo nei loculi e nelle cellette, non nei campi comuni. L’animale dovrà essere deceduto prima del proprietario e cremato presso un impianto autorizzato. Le ceneri dovranno essere conservate in un’urna separata e potranno essere tumulate solo dopo la morte dell’umano. Vietata ogni epigrafe con il nome dell’animale sulla lapide: sarà tuttavia ammessa una fotografia del defunto insieme al proprio compagno peloso.
Non è la prima volta che Cirié mostra sensibilità sul tema. Già nel 2019 il regolamento cimiteriale era stato modificato per consentire l’accesso ai visitatori accompagnati da animali domestici. Ora, con l’introduzione della sepoltura congiunta, si compie un nuovo passo in avanti nel riconoscimento del valore affettivo degli animali nella vita delle persone.
Una scelta che, al di là degli aspetti simbolici, riflette l’evoluzione sociale dei rapporti uomo-animale e risponde a un bisogno reale e diffuso. La “morte condivisa” diventa così un modo per onorare una vita vissuta insieme, fino all’ultimo respiro.