
Economia: redditi in crescita in Canavese, ma l’inflazione erode i guadagni. E Vialfrè è il comune più “ricco”

Nel 2023 i redditi dei canavesani sono cresciuti, ma non abbastanza da battere l’inflazione. È quanto emerge dai dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, analizzati dal Sole 24 Ore, che confermano un trend già evidente: i guadagni aumentano, ma il carovita corre più veloce. E il potere d’acquisto resta al palo.
Nella porzione di territorio che comprende 128 Comuni del Canavese, il reddito medio è salito da 21.773 euro del 2022 a 22.952 euro nel 2023. Una crescita di 1.178 euro che, però, si scontra con un’inflazione nazionale al 5,7%. Anche i contribuenti sono aumentati, passando da 268.030 a 270.129, segno di una base fiscale più ampia.
Il reddito complessivo dichiarato – al lordo di detrazioni e deduzioni – proviene soprattutto da lavoro dipendente e pensioni. Ma a fare notizia, più dei numeri generali, sono le variazioni tra i singoli Comuni.
Vialfrè balza in testa alla classifica con oltre 29.000 euro di reddito medio pro-capite, superando Ceresole Reale (seconda) e Rivara (terza). Il sorpasso più eclatante riguarda però Pratiglione, che dopo due anni in vetta crolla fuori dalla top 20: la media è scesa a 24.674 euro, quasi 7.000 in meno. Nei piccoli centri basta il trasferimento di un contribuente benestante per spostare gli equilibri.
Tra i Comuni più popolosi, Ivrea si conferma il più “ricco”, con oltre 26.000 euro di media e l’undicesimo posto assoluto. Seguono Rivarolo (24.263), Chivasso (24.228) e Ciriè (23.977). Più indietro Castellamonte (22.980) e Cuorgnè (22.842).
In coda, la situazione resta invariata: Ronco, Ribordone, Traversella, Frassinetto e Valchiusa restano sotto la soglia dei 20.000 euro pro-capite, specchio di un’economia locale ancora fragile in alcune valli.
Il Canavese mostra quindi segnali di ripresa, ma anche le sue disuguaglianze. Il rischio è che gli aumenti restino solo numeri su carta, incapaci di tradursi in reale benessere per le famiglie.