
Tragedia sulle Alpi, un poliziotto di Ladispoli muore davanti ai familiari

Una giornata drammatica sulle montagne italiane riaccende l’allarme sicurezza in alta quota. Andrea Caradonna, 57 anni, primo dirigente della Polizia di Stato in servizio presso il Ministero dell’Interno e residente a Ladispoli, ha perso la vita durante un’escursione sulla ferrata di Valimpach, a Caldonazzo, in Trentino. L’uomo era in vacanza con la moglie e i tre figli, che hanno assistito impotenti alla tragedia. Ma la sua non è stata l’unica morte in quota: in poche ore si sono registrati altri quattro decessi, rendendo la giornata una delle più nere per l’escursionismo estivo.
«La gita in montagna si è trasformata in un incubo. Nessuno ha potuto salvarlo, è precipitato davanti ai nostri occhi», avrebbe raccontato la moglie, sotto choc, ai soccorritori. Secondo le prime ricostruzioni, Caradonna stava percorrendo uno dei tratti non attrezzati della ferrata, in fondo al gruppo familiare. In un punto vicino a una cascata, ha improvvisamente perso l’equilibrio ed è precipitato nel vuoto per diversi metri. L’impatto alla base della cascata è stato fatale. L’allarme è stato dato dalla moglie alle 12.45. Immediata la mobilitazione dei soccorsi: sul posto sono arrivati un elicottero di soccorso, cinque tecnici del Soccorso Alpino di Levico e quattro operatori del Gruppo Tecnico Forre. Il corpo è stato individuato poco dopo e recuperato, mentre i familiari sono stati accompagnati a valle e presi in carico da psicologi e carabinieri nella caserma dei Vigili del Fuoco di Centa. Nonostante la prontezza dei soccorsi, purtroppo per il poliziotto romano non c’era più nulla da fare.
Quella di Caradonna è solo una delle cinque morti in montagna registrate in meno di 24 ore. In Alto Adige, un base jumper cinese di 25 anni è morto dopo essersi lanciato dal Piz da Lech, nello stesso punto dove un anno fa era deceduto un trentaseienne bresciano. Il giovane, parte di un gruppo internazionale di sportivi estremi, non è mai atterrato: il suo corpo è stato ritrovato in un canalone.
A Valbondione, in provincia di Bergamo, un escursionista di 75 anni è precipitato per circa 50 metri mentre affrontava la salita verso la Bocchetta con un gruppo di amici. Anche in questo caso, i soccorritori non hanno potuto far altro che constatare il decesso. Infine, lunedì mattina, sul versante svizzero del Cervino, un alpinista solitario è precipitato dalla cresta dell’Hörnli a oltre 4.100 metri d’altitudine, perdendo la vita all’istante. «Questa estate, segnata dal ritorno dell’overtourism anche in montagna, ci impone una riflessione seria sulla sicurezza in quota», ha commentato un portavoce del Soccorso Alpino.
Con l’arrivo di agosto e l’afflusso massiccio di escursionisti, torna d’attualità la questione della preparazione, del rispetto dei percorsi segnalati e della prevenzione. Le montagne italiane, sempre più frequentate, richiedono un livello crescente di attenzione, informazione e prudenza. Gli incidenti delle ultime ore, molti dei quali avvenuti su tratti apparentemente semplici, testimoniano quanto la montagna possa diventare pericolosa anche per escursionisti esperti. Il Soccorso Alpino rinnova quindi l’appello a valutare attentamente le condizioni meteorologiche, l’equipaggiamento e il livello di difficoltà degli itinerari prima di partire.