
Ostia, demolito lo stabilimento Aneme e Core: al suo posto una spiaggia libera

Una ruspa in riva al mare può rappresentare l’inizio di una nuova stagione. È il caso dell’ex stabilimento Aneme e Core a Ostia, dove ieri è partita la demolizione di una struttura simbolo di abusi edilizi, opacità amministrative e connessioni con la criminalità organizzata. Un luogo che, secondo il Campidoglio, non poteva più essere sanato e che oggi viene restituito alla collettività sotto forma di spiaggia libera. «Come promesso, stiamo mantenendo l’impegno di aumentare l’accesso libero alle spiagge di Ostia», ha dichiarato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri durante il sopralluogo.
L’intervento, realizzato in collaborazione con l’Agenzia nazionale per i beni confiscati alla mafia, chiude un capitolo iniziato nel 2016 con il sequestro dello stabilimento nell’ambito dell’inchiesta “Mafia Capitale” e proseguito con anni di gestione giudiziaria. Dopo la restituzione del bene al Comune e l’esclusione dal maxi bando per il rinnovo delle concessioni sul litorale, la struttura è risultata abusiva e non più regolarizzabile.
Il progetto prevede la trasformazione dell’area in quella che sarà la decima spiaggia libera del litorale lidense. I lavori, che dureranno almeno 40 giorni, comprendono la rimozione completa delle strutture, fatta eccezione per due edifici in legno destinati a diventare servizi igienici permanenti, sostituendo così i bagni chimici. In passato l’ex stabilimento era diventato rifugio per persone senza fissa dimora, come rilevato dal gruppo antidegrado lo scorso luglio. «Tolleranza zero per gli abusi edilizi sul litorale romano», ha sottolineato l’assessore al demanio marittimo Tobia Zevi.
Il nuovo assetto si inserisce nel più ampio Piano di Utilizzazione degli Arenili, in fase avanzata, che mira a eliminare il lungomuro, ridurre il cemento e valorizzare il mare di Roma, restituendolo a cittadini e turisti.
La vicenda di Aneme e Core è diventata, secondo il Comune, un simbolo del cambiamento in corso: da un passato segnato da concessioni opache e proroghe infinite a un presente orientato alla trasparenza, alla legalità e alla valorizzazione del bene pubblico. «Si chiude una stagione di abusi sistemici, nonostante lettere e ricorsi di chi prova a rallentare il percorso. I risultati saranno presto visibili», ha ribadito Zevi.
Il nuovo corso urbanistico e ambientale voluto dal Campidoglio non si ferma, dunque, all’abbattimento di un singolo stabilimento, ma punta a ridefinire il rapporto tra Ostia e il suo mare, ponendo fine al modello privatistico e cercando di ampliare le occasioni di fruizione libera e inclusiva del litorale.