
Torino – I dazi di Trump minacciano il Piemonte. A rischio la super fabbrica piemontese di Silicon Box (che porta 1600 nuovi posti di lavoro)

I dazi di Trump minacciano i chip del Piemonte. A rischio la super fabbrica di Silicon Box
Il Piemonte scommette sul microchip per rilanciare la propria industria avanzata, ma le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Europa minacciano di ostacolare i piani. Nel giorno in cui sono scattati i dazi del 15% sulle esportazioni europee verso gli USA, Donald Trump ha annunciato l’ipotesi di una tariffa del 100% su chip e semiconduttori importati, esentando solo chi produce sul suolo americano.
Una prospettiva che preoccupa Novara, dove è in programma la costruzione del nuovo stabilimento Silicon Box: un investimento da 3 miliardi di euro, sostenuto per il 40% da fondi pubblici, capace di creare 1.600 posti di lavoro e dare vita a una filiera in grado di affiancare l’aerospazio nella sostituzione dell’automotive in crisi.
Secondo Carlo Mezzano, direttore di Confindustria Novara, l’incertezza impone di ripensare gli scenari: la Svizzera, colpita dai dazi, valuta di rinunciare agli F-35 assemblati a Cameri, mentre il 90% dei chip continua a provenire dall’Asia e solo il 6% dall’Europa.
Il Piemonte può già contare su aziende leader come Spea di Volpiano, Aixtron di Orbassano e Mem di Novara, primo produttore europeo di wafer da 200 mm. Ad Agognate sorgerà l’impianto Silicon Box, startup di Singapore specializzata in semiconduttori più efficienti e a basso costo.
Per Luca Caretti, segretario Cisl, il rischio è di bloccare sul nascere “un’industria strategica per le generazioni future”. L’Italia è il terzo produttore europeo di componenti elettronici, con un fatturato annuo tra i 6 e gli 8 miliardi di euro, perlopiù destinato all’export verso colossi come Apple e Nvidia. Imprese ora messe a rischio dai dazi trumpiani.