
Ostia, esplode una bomba carta nella notte: nessun ferito

Un forte boato nella notte ha scosso la tranquillità di Ostia, riportando la paura tra i residenti. Alle 2.30 una bomba carta è esplosa davanti al civico 5 di viale Vega, nel quartiere Stella Polare. L’ordigno ha distrutto i vetri del portone, creato una piccola voragine nel pavimento e svegliato di soprassalto gli abitanti, che hanno subito allertato le forze dell’ordine. Nessun ferito, ma tanta paura: «Sembrava che crollasse il palazzo», ha raccontato una coppia di inquilini, ancora sotto shock.
Sul posto sono intervenuti i poliziotti del Decimo Distretto Lido e la Scientifica, che hanno recuperato frammenti riconducibili a petardi e acquisito i filmati delle telecamere di bar, ristoranti e negozi vicini. Le ipotesi al vaglio vanno dal gesto vandalico a quello intimidatorio, fino a un possibile errore di bersaglio: l’ordigno potrebbe essere stato lanciato da una moto in corsa. Al momento, tra i condomini non figurano nomi legati a precedenti giudiziari.
L’episodio è solo l’ultimo di una lunga serie che da due mesi insanguina il litorale romano. A fine giugno un ordigno aveva colpito la palestra Di Napoli Boxing Team in via delle Azzorre, gestita dal padre del pugile Kevin Di Napoli, già vittima di un agguato a Casoria. Pochi giorni dopo, due bombe artigianali erano state piazzate contro il ristorante Nonna, seguite dal rogo di auto e moto in via delle Sirene e dall’incendio dell’ex stabilimento Village, a poche ore dalla nuova assegnazione. In un altro caso, un uomo era stato torturato e abbandonato in un carrello a piazza Gasparri con un cartello al collo che lo bollava come “infame”.
La sequenza di episodi, pur con dinamiche diverse, delinea un quadro inquietante. La procura di Roma, insieme a polizia e carabinieri, sta valutando se dietro ci sia una regia criminale o almeno un movente comune legato agli equilibri del territorio. L’escalation riporta alla memoria gli anni più bui di Ostia, quando la criminalità organizzata dettava legge sul litorale. Non a caso, lo scorso luglio cittadini, associazioni e mondo politico avevano manifestato per ribadire che «Ostia non è mafiosa» e chiedere una reazione forte dello Stato. Ma la serie di attentati di queste settimane dimostra che la battaglia è ancora aperta e che la sicurezza del mare di Roma resta sotto minaccia.