
Milano – Gli ambulanti di San Siro cacciati da Milan e Inter, è rivolta: “Ce ne andremo solo dentro ad una bara”

Sale la tensione attorno allo stadio di San Siro, dove gli ambulanti storici che da decenni vendono panini, bibite e gadget ai tifosi sono in aperto contrasto con Milan e Inter. Le due società hanno deciso di non rinnovare le concessioni per l’occupazione del suolo pubblico, scelta che di fatto esclude i commercianti dall’attività che portano avanti da oltre 70 anni. La notizia ha scatenato una vera e propria rivolta, con i venditori decisi a non abbandonare le loro postazioni: «Se vogliono mandarci via, dovranno farlo con le bare», hanno dichiarato alcuni di loro.
La protesta è esplosa mercoledì 13 agosto e prosegue senza sosta.
A farsi portavoce della categoria è Giacomo Errico, presidente di Apeca (Confcommercio Milano) e di Fiva Confcommercio, che sottolinea come i commercianti abbiano versato complessivamente oltre 800mila euro di tasse per l’occupazione del suolo pubblico negli anni. Secondo Errico, dietro la decisione dei club ci sarebbe soltanto la volontà di monopolizzare il mercato del merchandising, andando così a danneggiare decine di famiglie che vivono di questa attività e un indotto che coinvolge circa 800 lavoratori.
Gli ambulanti respingono inoltre le accuse di vendere prodotti contraffatti, sostenendo che sia Milan che Inter ricavino una percentuale dalle vendite e che la vera differenza stia nei prezzi: una maglia venduta dai commercianti costa circa 35 euro, mentre negli store ufficiali arriva a 125
“Qui ci sono in ballo i destini di decine di famiglie, con un indotto che conta più di 800 persone – ha spiegato Giacomo Errico – “Dire che noi siamo quelli che vendono le magliette taroccate è solamente un’infamia, perché il pubblico dovrebbe sapere che sulla vendita di quelle magliette le due società si prendono una percentuale. Quello che gli rode è che i tifosi le comprano da noi perché le vendiamo a 35 euro, mentre loro a 125. Se vogliono che ce ne andiamo ci devono portare via con il carro funebre”.