
Milano – Sgomberato il Leoncavallo, blitz della polizia all’alba. L’intervento era stato rinviato 133 volte

Alle prime ore di giovedì 21 agosto 2025 è stato eseguito lo sgombero del centro sociale Leoncavallo di Milano. L’operazione, condotta da polizia e carabinieri insieme all’ufficiale giudiziario, si è svolta all’alba nei capannoni di via Antoine Watteau, nel quartiere Greco. Al momento dell’ingresso delle forze dell’ordine, la struttura è risultata vuota e non sono stati trovati attivisti all’interno.
Lo sfratto, che per anni era stato rimandato ben 133 volte, rappresenta la conclusione di una lunga vicenda giudiziaria. Nel novembre 2024 il Ministero dell’Interno era stato condannato a risarcire circa 3 milioni di euro ai fratelli Cabassi, proprietari dell’area tramite la società Immobiliare Orologio, proprio per il mancato sgombero. Successivamente, il Viminale aveva deciso di rivalersi chiedendo la stessa cifra a Marina Boer, presidente dell’associazione Mamme antifasciste del Leoncavallo. Per questa ragione, nelle scorse settimane, il centro sociale aveva lanciato una raccolta fondi con l’obiettivo di reperire la somma necessaria.
Il Leoncavallo occupava ininterrottamente quello spazio dal 1994 ed è stato per oltre trent’anni un punto di riferimento della scena culturale e politica alternativa milanese. Negli ultimi mesi, però, l’associazione aveva già avviato contatti con il Comune per valutare la possibilità di trasferirsi in un nuovo edificio in via San Dionigi, nella zona di Porto di Mare. L’ipotesi di una nuova sede resta in piedi, ma richiederà tempi lunghi, in quanto bisognerà attendere un bando pubblico e provvedere alle bonifiche necessarie.
L’azione di oggi segna la fine di un’epoca per lo storico centro sociale, al centro di dibattiti, proteste e iniziative culturali per oltre tre decenni, e apre un nuovo capitolo incerto sul suo futuro.