
E’ Milanese l’alpinista italiano morto a oltre 7mila metri per soccorrere una collega – Un gesto eroico

E’ Milanese l’alpinista italiano morto a oltre 7mila metri per soccorrere una collega.
Luca Sinigaglia, alpinista milanese di 49 anni e professionista nel settore della cyber security, ha perso la vita in Kirghizistan durante un’ascensione al Pik Pobeda, vetta di 7.439 metri che rappresenta la cima più elevata della catena del Tian Shan, al confine con la Cina. La tragedia è avvenuta mentre cercava di prestare aiuto a una compagna di cordata rimasta ferita.
Sinigaglia era un grande appassionato di montagna, con alle spalle numerose spedizioni e scalate impegnative. Durante l’impresa, la collega russa Natalia Nagovitsyna, 47 anni, si è procurata una grave frattura a una gamba. L’alpinista italiano ha tentato per ben due volte di raggiungerla per prestarle soccorso, ma lo sforzo si è rivelato fatale. Il suo corpo, stando alle informazioni fornite, si trova attualmente all’interno di una grotta in quota.
La notizia è stata confermata anche dalla sorella di Luca, che attraverso i social ha espresso dolore e riconoscenza per i numerosi messaggi di affetto ricevuti. Nelle sue parole ha sottolineato come il gesto compiuto dal fratello, purtroppo, non gli abbia permesso di fare ritorno a casa, ma resti comunque un atto di grande generosità. Ha inoltre riferito che i soccorsi locali stanno attendendo condizioni meteorologiche migliori – previste intorno al 19 del mese – per poter procedere al recupero del corpo, e che la famiglia sta attivando ogni canale ufficiale possibile per accelerare le operazioni.
La stessa Nagovitsyna, che anni fa aveva già vissuto la perdita del marito sul Khan Tengri, è ora bloccata da oltre una settimana a circa 7.200 metri, in una situazione estremamente difficile.