
In Italia ci sono molti più avvocati che idraulici – In pochi anni abbiamo perso quasi mezzo milione di artigiani

Negli ultimi dieci anni il tessuto dell’artigianato italiano ha subito una contrazione drastica: secondo le elaborazioni della Cgia su dati Inps e Infocamere, si è passati da 1,77 milioni di addetti nel 2014 a circa 1,37 milioni nel 2023, con una perdita di quasi 400 mila professionisti. Solo nell’ultimo anno il settore ha registrato una flessione del 5%, pari a circa 72 mila lavoratori in meno.
Le regioni più penalizzate si trovano soprattutto lungo l’asse adriatico, con cali molto rilevanti in Marche (-28,1%), Umbria (-26,9%) e Abruzzo (-26,8%). Male anche il Piemonte, con un arretramento del 26%.
Il quadro che emerge è quello di un’Italia che rischia di trovarsi con sempre meno artigiani a disposizione: oggi gli avvocati sono più numerosi degli idraulici, segno di un cambiamento culturale che ha spinto le nuove generazioni verso percorsi universitari piuttosto che verso laboratori e officine.
L’aumento dell’età media dei lavoratori manuali e la scarsa attrattiva esercitata dal mestiere artigiano mettono a rischio la disponibilità di servizi quotidiani, che in prospettiva potrebbero diventare costosi e difficili da reperire.
Il calo di iscrizioni negli istituti professionali contribuisce a ridurre la formazione di manodopera specializzata. Non tutti i comparti, però, sono in declino: crescono in modo stabile attività legate al benessere personale, come parrucchieri, estetisti e tatuatori. Segnali incoraggianti arrivano anche dal settore alimentare, in particolare da gelaterie, gastronomie e pizzerie da asporto, soprattutto nelle aree a forte vocazione turistica.