
Torino – Invasione di libellule nel Torinese: cosa sta succedendo?

Negli ultimi giorni i cieli di Piemonte e Lombardia sono stati attraversati da enormi sciami di libellule, con segnalazioni soprattutto tra Torino e il Pinerolese. Le immagini e i video condivisi sui social hanno destato stupore, alimentando curiosità e domande. A spiegare la situazione è Giacomo Assandri, docente di Zoologia presso l’Università del Piemonte Orientale, che chiarisce come si tratti di un evento naturale: «Gli esemplari appartengono alla specie Anax ephippiger, una libellula di medio-grandi dimensioni che non rappresenta alcun rischio per l’uomo. Sono predatrici e si nutrono quasi esclusivamente di piccoli insetti volanti come mosche e zanzare».
Il fenomeno non è inedito, ma solo in determinati anni assume proporzioni spettacolari. Già nel 2019, ad esempio, si era registrata una “migrazione di massa”, e addirittura a metà Ottocento l’entomologo Vittore Ghiliani descrisse “torme innumerabili di insetti” che percorrevano il Paese. Secondo Assandri, uno dei principali bacini riproduttivi italiani è costituito dalle vaste aree di risaie tra Vercelli, Novara e Pavia, ambienti caratterizzati da acque calde e poco profonde, ideali per lo sviluppo delle larve.
Gli sciami che oggi sorvolano il Nord Italia sono composti da individui giovanissimi, nati in Europa poche settimane fa. I loro genitori erano arrivati in primavera dall’Africa subsahariana, avevano deposto le uova sul nostro territorio e ora le nuove generazioni riprendono la rotta migratoria verso sud-ovest, superando le Alpi attraverso le vallate del Cuneese, come fanno i rapaci diretti a Gibilterra.
Il cambiamento climatico ha reso il nostro Paese sempre più favorevole a questa specie, abituata a climi caldi. E per i ricercatori non è semplice seguirne gli spostamenti: non potendo dotare insetti così piccoli di dispositivi Gps, si utilizzano due metodi principali, la citizen science – che coinvolge cittadini e appassionati nelle segnalazioni – e l’analisi degli isotopi stabili presenti nelle ali, capace di ricostruirne l’origine geografica.
«Studiare i movimenti di un animale che pesa meno di un grammo è una sfida affascinante – conclude Assandri –. Ma questi sciami ci ricordano che la migrazione non riguarda solo gli uccelli: anche il mondo degli insetti si muove, e spesso in modo spettacolare».