
A Torino nasce la prima fabbrica italiana con robot umanoidi – “RoBee” rivoluzionerà il mondo del lavoro: il progetto
Una nuova rivoluzione nel mondo del lavoro sta per prendere forma a Torino. Nella città che ha fatto la storia della manifattura italiana sorgerà la prima fabbrica nazionale di robot umanoidi, grazie a Oversonic Robotics, azienda fondata da Fabio Puglia e Paolo Denti. Il protagonista di questa sfida tecnologica è RoBee, un automa alto 1,85 metri e dal peso di 120 chili, progettato per svolgere attività ripetitive o rischiose al posto dell’uomo.
RoBee non è un semplice robot: comunica, manipola oggetti e affronta compiti fisici complessi. L’idea è maturata durante la pandemia, quando Denti osservò i rischi corsi dagli operatori sanitari nei pronto soccorso e pensò a una macchina capace di automatizzare alcune mansioni più delicate. Finora la produzione è stata limitata e artigianale, realizzata a Carate Brianza con l’aiuto di stampanti 3D. Ora però si punta all’industrializzazione, con Torino scelta come polo strategico per il suo patrimonio manifatturiero e la forte vocazione tecnologica.
Nelle intenzioni di Oversonic si potrebbe arrivare a 5.000 robot prodotti ogni anno, ciascuno dal valore di circa 140.000 euro. Il progetto guarda oltre i confini nazionali: il mercato globale della robotica umanoide è stimato a 160 miliardi di dollari entro il 2035, oggi presidiato da giganti come Tesla, Boston Dynamics e l’azienda cinese Unitree.
La fabbrica torinese sarà un modello di Industria 5.0, integrando intelligenza artificiale e microchip, settori in cui il territorio è già attivo. Non a caso, proprio in città è sbarcata anche Inmotion Robotics, con un negozio dedicato ai robot “cane” per la sicurezza.
Con oltre 30 milioni di euro già raccolti e un nuovo round di finanziamenti in vista, Oversonic punta a fare dell’Italia un protagonista di primo piano in questa rivoluzione tecnologica. Gli umanoidi RoBee, con otto ore di autonomia – come un turno di lavoro umano – non intendono sostituire le persone, ma affiancarle nei compiti più gravosi. Una scommessa che il Piemonte sembra pronto ad accogliere.