
In Piemonte c’è una “città segreta” scavata nella montagna – “Templi sotterranei scavati per 15 anni, senza che nessuno lo sapesse”. L’incredibile storia
Nel cuore della Valchiusella, nel Canavese, esiste un luogo che non assomiglia a nessun altro: Damanhur. Fondata nel 1975 da Oberto Airaudi, detto Falco, è un esperimento collettivo che intreccia arte, scienza e spiritualità in un progetto che sembra uscito da un sogno. L’idea iniziale era quella di costruire una nuova società, capace di riscoprire il legame con la natura e con la dimensione più profonda dell’essere umano.
Il sogno diventa realtà con i Templi dell’Umanità, una città sotterranea scavata di nascosto per oltre quindici anni, senza ruspe né autorizzazioni.
Un’opera monumentale fatta di sale affrescate, mosaici, cupole e passaggi segreti, in cui ogni dettaglio porta un messaggio simbolico. In parallelo, la comunità prende forma come una vera micro-repubblica: con una Costituzione, un parlamento, una moneta locale e persino un servizio postale. Chi vi entrava lasciava la propria identità per assumerne una nuova, legata ad animali o piante, e viveva in nuclei comunitari, tra rituali, meditazioni e attività collettive.
Nel 1992, quando le autorità scoprono i templi clandestini, il rischio di demolizione sembra concreto. Ma la bellezza dell’opera è tale da salvarla. Da allora Damanhur si apre al mondo, affascinando studiosi, giornalisti e visitatori internazionali. I templi vengono definiti da molti “l’ottava meraviglia del mondo” e diventano il simbolo di un’utopia realizzata.
Dopo la morte di Falco nel 2013, la comunità vive momenti difficili ma non scompare.
Oggi Damanhur è più accessibile: propone seminari, percorsi spirituali ed esperienze di ecologia e arte. La “musica delle piante”, che trasforma impulsi bioelettrici in suoni, continua a sorprendere i visitatori.
C’è chi lo considera un teatro spirituale, chi una setta e chi un’ispirazione autentica. Ma una cosa è certa: Damanhur dimostra che l’immaginazione può davvero generare un mondo diverso, che si può ancora ammirare sotto le colline piemontesi.