
Torino – Sfigura la moglie, ma non finisce in carcere. Il giudice: “Va compreso”: scoppia la polemica

Un anno e mezzo di reclusione con la condizionale per l’uomo che nel luglio 2022 colpì al volto l’ex moglie Lucia Regna, causandole la frattura dell’orbita e una riduzione della vista. La sentenza del tribunale di Torino, resa nota nelle scorse settimane, ha riconosciuto il reato di lesioni personali, ma ha escluso i maltrattamenti.
Secondo i giudici l’intero procedimento ruotava attorno a un episodio preciso e incontestabile, quello del 28 luglio 2022. L’accusa aveva tentato di configurare un quadro più ampio di violenze domestiche, ma il collegio ha ritenuto la deposizione di Regna “poco attendibile” e ha stabilito che, nei 16 anni di matrimonio precedenti, non erano emerse prove di abusi continuativi. L’unico precedente sarebbe stata una spinta occasionale.
Diverso il giudizio sugli insulti rivolti alla donna davanti ai figli – “sei una puttana”, “non vali niente”, “non sei una madre” – che i magistrati hanno ricondotto al clima di tensione e alla rottura familiare, senza configurarli come maltrattamenti.
Sul pugno, invece, la decisione è stata netta: un gesto volontario e privo di giustificazione, non frutto di colpa o di reazione istintiva.
Il tribunale ha concesso all’imputato le attenuanti, riducendo la pena rispetto ai quattro anni chiesti dalla procura. Una scelta che ha provocato reazioni opposte: i figli della coppia hanno espresso amarezza, invitando le donne a denunciare subito; l’avvocata di Regna ha parlato di “sentenza che mortifica la vittima e minimizza la violenza”. Di segno contrario il difensore dell’uomo, che ha definito la pronuncia “esemplare per rigore e attenzione ai fatti”.
Il caso è arrivato anche in Parlamento: la presidente della Commissione femminicidio, Martina Semenzato, ha richiesto gli atti del processo e intende ascoltare in audizione il giudice estensore della decisione.