
Artigiani e commercianti: lavorano gratis fino al 9 Luglio – Un euro su 2 lo prende il Fisco: i dati
Per gli artigiani e i commercianti italiani più di un euro su due finisce al Fisco. È quanto emerge dal nuovo rapporto dell’Osservatorio CNA “Comune che vai fisco che trovi”, che fotografa la situazione fiscale delle imprese individuali nel 2024. La pressione complessiva si è attestata al 52,3%, in lieve calo rispetto all’anno scorso (-0,8 punti), ma comunque oltre la soglia del 50%.
Tradotto in pratica, un lavoratore autonomo ha dovuto lavorare fino al 9 luglio solo per coprire tasse e contributi. Un miglioramento rispetto al 2023, quando il tax free day scattava l’11 luglio, ma non abbastanza per restituire respiro alle imprese.
Le differenze tra territori restano marcate. In sole dieci città italiane il peso fiscale scende sotto la metà del reddito. A Milano la libertà fiscale arriva il 3 luglio, a Roma e Genova il 12, a Torino il 15, a Napoli il 19. Situazione più pesante a Bologna (23 luglio) e soprattutto ad Agrigento, fanalino di coda, dove le imprese lavorano per lo Stato fino al 26 luglio.
Sul fronte opposto spicca Bolzano, che ancora una volta guida la classifica con un carico al 46,3%, quasi sei punti sotto la media nazionale. Il divario con Agrigento, ultima in graduatoria con il 57,4%, sfiora i dodici punti percentuali.
“A incidere sulle differenze territoriali – spiega Il Sole 24 Ore – “sono soprattutto le addizionali regionali e comunali sul reddito, l’Imu e l’imposizione per raccolta e gestione dei rifiuti. Basti pensare che a Bolzano l’impresa tipo analizzata dall’Osservatorio Cna paga 14,72 euro come addizionale regionale e non versa nulla per quella comunale.
Mentre il collega siciliano ad Agrigento, con al stessa attività e gli stessi risultati versa 35,39 euro come addizionale regionale e 227,90 euro per quella comunale. Ad Agrigento, in buona sostanza si paga il 24% in più di Bolzano. Ma oltre il danno molto spesso c’è anche la la beffa. Quello che emerge dal rapporto è che nelle province dove il cittadino e l’impresa pagano di più risulta minore l’efficienza della gestione e della qualità dei servizi offerti”.