
In Italia arriva la prima legge sull’Intelligenza Artificiale: un passo storico per diritti, sicurezza e innovazione. Ecco le regole
Con il voto definitivo del Senato del 17 settembre 2025, l’Italia si è dotata della sua prima legge quadro sull’intelligenza artificiale. Il disegno di legge n. 1146, dopo un iter parlamentare durato mesi, diventa ora norma dello Stato, in attesa della promulgazione del Presidente della Repubblica e della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Il provvedimento, presentato come un passaggio cruciale per il futuro del Paese, ha l’obiettivo di conciliare più esigenze: tutelare i diritti dei cittadini, garantire la sicurezza nazionale, offrire certezze agli operatori economici e al tempo stesso attrarre investimenti e sostenere ricerca e imprese.
La legge si muove in linea con l’AI Act europeo, evitando sovrapposizioni o frammentazioni, e prevede principi generali di trasparenza, etica e sicurezza per l’uso delle tecnologie di IA. Tra i punti cardine ci sono incentivi per lo sviluppo della filiera industriale, strumenti a supporto della pubblica amministrazione e deleghe al Governo per definire decreti attuativi e linee guida.
L’approvazione viene letta non solo come un atto normativo, ma come una scelta politica e culturale: quella di dare un riconoscimento istituzionale all’intelligenza artificiale, inserendo l’Italia in modo più autorevole nei tavoli europei e internazionali. Obiettivo dichiarato: costruire un “Made in Italy” dell’IA che sia competitivo e sicuro.
La nuova normativa si fonda su alcuni punti cardine. Innanzitutto introduce principi di sicurezza, etica e rispetto dei diritti per regolare lo sviluppo e l’utilizzo dei sistemi di IA, in piena coerenza con il Regolamento europeo AI Act, per evitare sovrapposizioni o vuoti normativi. Prevede inoltre strumenti a sostegno della ricerca, del tessuto produttivo e della pubblica amministrazione, oltre a deleghe al Governo per elaborare decreti attuativi e linee guida operative.
Ora si apre la fase più delicata: l’attuazione concreta.
Saranno i decreti delegati e i regolamenti a stabilire come verranno monitorati i rischi, quali incentivi saranno disponibili per le imprese e in che modo le amministrazioni pubbliche adotteranno queste tecnologie.