
In Italia parte la raccolta delle Olive e si preannuncia un 2025 di successo: + 30% di produzione e più qualità
La nuova campagna di raccolta delle olive è ufficialmente iniziata in tutta Italia e le previsioni per il 2025 fanno ben sperare. Dopo un 2024 fortemente condizionato dalla siccità, quest’anno gli esperti stimano un deciso rilancio del settore: la produzione nazionale di olio extravergine potrebbe crescere del 30%. Le stime arrivano da Unaprol, Coldiretti e Foa Italia e, seppur positive, restano ancora legate all’andamento climatico delle prossime settimane.
Se i dati saranno confermati, il nostro Paese dovrebbe tornare a produrre circa 300mila tonnellate di olio, riportandosi su livelli di eccellenza. Il merito di questo recupero spetta soprattutto agli oliveti del Mezzogiorno: Puglia e Calabria, che da sole garantiscono oltre il 60% della produzione complessiva, stanno beneficiando delle piogge estive di luglio e agosto che hanno compensato il caldo eccessivo di maggio. Qui si prospetta un aumento delle rese compreso tra il 30 e il 40%.
Molto meno favorevole la situazione al Nord, dove i produttori devono fare i conti con i danni provocati dal maltempo. In queste regioni, la raccolta rischia di ridursi drasticamente con un calo stimato intorno al 40%. Nel Centro Italia, invece, l’andamento è più variegato: alcune aree mostrano buone performance, altre registrano difficoltà, per cui la flessione complessiva dovrebbe essere più contenuta, tra il 10% e il 15%.
Il comparto olivicolo italiano coinvolge circa 400mila aziende e può vantare un patrimonio straordinario: 250 milioni di piante, 533 varietà diverse e 50 denominazioni di origine protetta (43 Dop e 7 Igp), che fanno dell’Italia il leader europeo in materia di riconoscimenti ufficiali.
Un’importante novità normativa caratterizza inoltre la campagna 2025: con un recente decreto ministeriale è stato introdotto l’obbligo di registrare i movimenti delle olive entro sei ore dall’acquisto. Si tratta di una misura pensata per contrastare frodi e contraffazioni, garantendo maggiore tracciabilità. Come ha sottolineato il presidente di Unaprol, David Granieri, questo provvedimento segna “la fine delle olive senza nome e senza provenienza” e l’inizio di una stagione fondata su trasparenza, responsabilità e valorizzazione dell’autentico prodotto italiano.