
Torino – Simulano incidenti d’auto: scoperta una “fabbrica delle truffe” – Facevano sinistri ‘su misura’ per fregare le Assicurazioni: ecco come agivano
A Torino la Guardia di Finanza ha smascherato una vera e propria “fabbrica delle truffe” ai danni delle compagnie assicurative. Al centro dell’inchiesta ci sono quattro persone, accusate di aver costituito un’organizzazione criminale con lo scopo di mettere in piedi incidenti stradali falsi e ottenere risarcimenti indebiti.
Il sistema, rodato e studiato nei minimi dettagli, prevedeva che gli stessi indagati si mettessero alla guida delle auto coinvolte negli scontri, inscenati in diverse zone della città e della cintura torinese. La presenza diretta dei membri della banda, che accettavano di esporsi in prima persona, serviva a rendere i sinistri più credibili agli occhi dei periti assicurativi.
Secondo quanto ricostruito dall’inchiesta coordinata dalla sostituta procuratrice Delia Boschetto, il sistema funzionava in maniera ben precisa: il gruppo reclutava persone in difficoltà economica, che accettavano di partecipare alle messinscene pur di guadagnare qualcosa. In alcuni casi, le auto venivano fatte scontrare volontariamente per rendere i sinistri più credibili, mentre in altri gli incidenti non erano mai realmente avvenuti ma venivano costruiti sulla carta.
Dopo lo “scontro”, le vetture danneggiate venivano portate in alcune carrozzerie compiacenti, tutte riconducibili a uno degli indagati ma intestate a prestanome. Qui venivano effettuate riparazioni di facciata e contemporaneamente avviate le pratiche assicurative per ottenere i rimborsi. Le compagnie, ignare dell’inganno, arrivavano a liquidare indennizzi fino a 10mila euro per pratica.
Il meccanismo garantiva un guadagno consistente: in totale, il gruppo sarebbe riuscito a incassare quasi 40mila euro, una cifra ben superiore alle spese effettive sostenute per i lavori di riparazione. Il denaro veniva poi diviso tra i membri dell’organizzazione, che traevano così profitto dall’attività fraudolenta.
Le indagini hanno inoltre fatto emergere che, in alcune circostanze, per mettere in scena i sinistri venivano utilizzate anche automobili rubate, segno della disinvoltura con cui il gruppo era disposto a muoversi pur di alimentare il proprio business illegale.