
L’Italia è il terzo Paese in Europa con più danni per eventi climatici estremi: spesa di 2.300 euro pro capite. I numeri allarmanti

L’Italia è il terzo Paese in Europa con più danni per eventi climatici estremi: spesa di 2.300 euro pro capite
E’ la Slovenia il Paese dell’Unione Europea più colpito da eventi meteorologici estremi negli ultimi 40 anni, con un impatto economico pari a circa 8.700 € pro‑capite tra 1980 e 2023, aggiustato per inflazione . Al secondo posto c’è il Lussemburgo, con 2.700 €, seguito dall’Italia con 2.300 €, mentre Spagna, Germania e Francia chiudono la top 6
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Danni crescenti: costi in rapido aumento
Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA), i disastri naturali riconducibili a piogge intense, ondate di calore, alluvioni e tempeste hanno provocato circa 738 miliardi di € di perdite economiche nel continente tra il 1980 e il 2023, di cui oltre 162 miliardi solo tra il 2021 e il 2023
.L’Europa sotto pressione
Dal 1980 al 2020, i danni in Europa ammontano a circa 500 miliardi di €, con tragedie come le morti per ondate di calore – oltre 85.000 fatalità stimate – e alluvioni devastanti. Un rapporto Reuters dell’inizio 2024 mette in luce come questi eventi abbiano determinato anche oltre 650 miliardi di € di danni in UE tra il 1980 e il 2022
Il caso Italia
Anche l’Italia ha subito gravi perdite: tra il 1980 e il 2020, i danni sono stati stimati intorno ai 90 miliardi di €, con perdite pro‑capite di circa 2.300 € . Il Paese ha affrontato emergenze climatiche drammatiche, con oltre 38.000 morti tra il 1993 e il 2022 e perdite significative da ondate di calore, incendi e alluvioni lungo il Po .
La classifica stilata dall’EEA mostra chiaramente una situazione allarmante:
Paese Danno pro‑capite (€)
Slovenia 8.700
Lussemburgo 2.700
Italia 2.300
Questi dati sollevano un’ emergenza: gli eventi estremi stanno causando danni economici e sociali ingenti, erodendo infrastrutture e compromettono la sicurezza delle comunità. Solo attraverso strategie di adattamento adeguate, investimenti mirati e coordinamento europeo sarà possibile ridurre il gap da resilienza e difendere il futuro del continente.