
Omosessualità maschile in Italia – Visibile o ‘segreta’, quanti sono realmente gli omosessuali in Italia? Lo studio
In Italia, l’omosessualità maschile resta sospesa tra visibilità e reticenza. Le unioni civili, introdotte nel 2016, hanno rappresentato un traguardo importante per i diritti LGBTQ+, ma la piena accettazione sociale appare ancora lontana, soprattutto nelle aree più tradizionali del Paese.
Secondo la Strategia Nazionale LGBT+ 2022–2025, circa il 6,3% degli uomini italiani si definisce gay o bisessuale.
Ma tra chi ha vissuto esperienze o attrazioni verso persone dello stesso sesso, la percentuale sale fino al 13%. Una discrepanza che rivela l’esistenza di una realtà sommersa, fatta di uomini che scelgono di non dichiararsi per timore di discriminazioni o conseguenze sul lavoro.
In ambienti come sport, forze armate o imprenditoria, la mascolinità ‘eteronormativa’ rimane una regola implicita.
In questi casi, anche nel 2025, essere apertamente omosessuali può significare rompere equilibri o subire pregiudizi, e molti preferiscono condurre una doppia vita, tra verità privata e facciata pubblica.
Così, accanto all’Italia dei Pride e delle leggi antidiscriminatorie, ne esiste un’altra più silenziosa, dove la libertà di amare è ancora limitata dai tabù sociali. Le battute omofobe, i silenzi familiari o la necessità di “adeguarsi” agli standard di virilità testimoniano quanto il cambiamento sia ancora incompleto.
Il nodo resta culturale: finché l’omosessualità sarà tollerata ma non pienamente normalizzata, molti continueranno a vivere nell’ombra. Servono educazione, rappresentazione e coraggio civile per fare in modo che l’amore, in tutte le sue forme, sia vissuto alla luce del sole — non solo riconosciuto sulla carta.