
L’Italia è il paese meno istruito d’Europa. Peggio di noi solo la Romania – I dati allarmanti

Secondo i più recenti dati diffusi da Eurostat, l’Italia si colloca tra i Paesi meno istruiti d’Europa, superata in negativo soltanto dalla Romania. Una statistica che solleva forti preoccupazioni sul futuro competitivo del nostro Paese, soprattutto in un contesto globale in continua trasformazione tecnologica ed economica.
Attualmente, solo il 19% degli italiani possiede un titolo di studio universitario o equivalente, mentre circa il 42% della popolazione si ferma a un livello d’istruzione basso, ovvero al diploma di scuola superiore, spesso senza alcuna qualifica tecnica o professionale. Questo quadro riflette una grave carenza di capitale umano qualificato, che incide direttamente sulla capacità dell’Italia di innovare, attrarre investimenti e mantenere un ruolo di rilievo nei settori più avanzati.
Un caso emblematico è quello dell’industria automobilistica, in piena transizione verso tecnologie green e digitali. Il passaggio alla mobilità elettrica, connessa e autonoma richiede competenze altamente specializzate in campi come software, elettronica, scienza dei materiali, intelligenza artificiale, data science e cybersecurity. Tutta la filiera italiana della componentistica, dalle aziende che sviluppano sistemi elettronici e sensori a quelle che producono batterie e motori elettrici, dipende sempre più da professionisti con una formazione tecnica avanzata.
Ma la realtà è che le imprese faticano a reperire figure qualificate.
“Se non formiamo persone con queste competenze, la filiera si svuota – spiega l’esperto del settore Raffaele Fusilli – “Le aziende faticano a trovare tecnici specializzati, i centri R&D si spostano altrove, e i fornitori italiani perdono terreno rispetto ai concorrenti tedeschi o nordici.
Si impoverisce non solo la produzione, ma l’intero ecosistema di innovazione. E allora sì, il problema non è solo la “fuga di cervelli”: è la mancanza strutturale di capitale umano formato. Un Paese che non investe in cultura e conoscenza non produce valore, non innova, non cresce. E, lentamente, si spegne”.
La classifica dei paesi più isti in Europa