
Non solo Sinner: anche i grandi Big come Alcaraz, Djokovic e Federer hanno rinunciato alla nuova Davis. I dati
Coppa Davis, i numeri non mentono: nessun big del tennis ha mai dato priorità assoluta alla competizione. La polemica per la rinuncia di Jannik Sinner alle Davis Cup Finals di Bologna continua a far discutere, ma i dati aiutano a ridimensionare il dibattito.
Un’analisi delle presenze dei cinque big del tennis moderno – Djokovic, Federer, Nadal, Sinner e Alcaraz – mostra infatti un elemento comune: nessuno di loro ha mai dedicato un impegno totale alla Coppa Davis.
Non per mancanza di patriottismo, ma per la complessità di una competizione che da sempre si scontra con un calendario tennistico già esasperato.
Fino alla riforma Kosmos, la Davis era imprevedibile e difficilmente pianificabile. Un ostacolo per i top-player, che costruiscono il proprio programma al millimetro. Da allora il nuovo format ha reso il torneo più gestibile, ma ha anche ridotto il suo fascino.
Guardando ai numeri, il più presente è Novak Djokovic, con 37 convocazioni su 57 (64,9%). Lo segue Roger Federer, fermo a 27 su 45 (60%). Subito dietro Jannik Sinner, con 13 su 22 (59,09%), e Carlos Alcaraz, a 6 su 12 (50%).
Chiude Rafael Nadal, con 24 su 60 (40%), un dato ingannevole se si considera che ha comunque vinto cinque edizioni della Coppa.
L’unico vero “romantico” resta Lleyton Hewitt, che costruiva il calendario attorno alle date della Davis, caso più unico che raro. Per tutti gli altri, la competizione è sempre stata importante ma non prioritaria.
Il caso Sinner, dunque, non rappresenta un’eccezione ma la regola di un’era in cui il professionismo impone scelte precise. Anche i grandi del passato hanno dosato la loro presenza.
Nel tennis moderno la vera costanza si misura nei tornei dello Slam, mentre la Davis sembra essere solo un affascinante lusso da concedersi solo quando il calendario lo permette.