
Tavares, rivela: “Stellantis potrebbe rompersi in pezzi”. Un’ammissione pesantissima
Carlos Tavares, ex amministratore delegato di Stellantis e principale artefice della fusione tra PSA e FCA, ha rilasciato dichiarazioni che hanno scosso l’intero settore automobilistico: il gruppo nato nel 2021 potrebbe “rompersi in pezzi”.
Un’affermazione pesante, che arriva da chi più di chiunque altro ha contribuito a creare il quarto colosso automobilistico mondiale, simbolo dell’ambizione europea di competere con i giganti americani e asiatici.
Quando Tavares guidò la fusione, il progetto venne salutato come la nascita di una nuova era per l’automotive europeo: sinergie industriali, ottimizzazione dei costi e una piattaforma globale per affrontare la transizione elettrica. Ma oggi, a pochi mesi dalla sua uscita, lo stesso manager riconosce la fragilità di quel sogno, segno di una crisi più ampia che non riguarda solo Stellantis, ma l’intero modello produttivo del continente.
Quella di Tavares, evidenzia l’esperto del settore Domenico De Rosa – è “un’ammissione pesantissima che fotografa una crisi sistemica non solo del gruppo ma di un intero modello industriale europeo. Le cause sono profonde sono l’ossessione normativa del GreenDeal, i costi energetici insostenibili, la concorrenza cinese che avanza senza freni, e l’assenza di una vera politica industriale continentale.
“Questa Europa paga oggi le scelte di una stagione in cui i manager e i decisori politici hanno confuso la transizione con l’improvvisazione, il progresso con la demolizione del proprio apparato produttivo.
Tavares è stato artefice dei successi di Stellantis, ma anche interprete di un paradigma che oggi mostra tutti i suoi limiti.
Non bastano fusioni o strategie di breve periodo. Serve un progetto industriale europeo che torni a valorizzare lavoro, impresa, tecnologia e libertà produttiva.
Senza questo, il rischio non è solo la fine di Stellantis, ma la fine della nostra centralità industriale”.