
Torino – “Umanesimo e tecnologia”: si è chiusa l’Assemblea generale di Confindustria Canavese. Arriva anche il messaggio di Giorgia Meloni
All’Officina H di Ivrea si è conclusa l’Assemblea generale di Confindustria Canavese, uno degli eventi conclusivi delle celebrazioni per gli 80 anni dell’Unione Industriale di Ivrea e del Canavese, nata nel 1944 per iniziativa di Adriano Olivetti e di un gruppo di imprenditori visionari. L’obiettivo allora era ricostruire il Paese unendo progresso economico e responsabilità sociale: un’eredità che oggi si rinnova nel segno del “Umanesimo Tecnologico”, tema centrale dell’incontro.
L’assemblea ha voluto riflettere sull’equilibrio tra innovazione e centralità dell’uomo, in un’epoca in cui la tecnologia – dall’intelligenza artificiale alla robotica – permea ogni aspetto della vita quotidiana.
«Dobbiamo imparare a coniugare l’etica e il digitale, il pensiero e la macchina», ha sottolineato il presidente Paolo Conta, rilanciando la proposta di fare di Ivrea e del Canavese un laboratorio nazionale di sperimentazione del pensiero olivettiano in chiave moderna.
Conta ha illustrato il progetto nato in collaborazione con la Luiss, condensato nella pubblicazione “Dai territori al valore globale”, che immagina un territorio in grado di generare sviluppo in settori chiave come sicurezza sul lavoro, silver economy, sport e benessere. «Abbiamo bisogno di alleati che credano in questa visione e ci aiutino a trasformarla in un modello replicabile», ha detto il presidente rivolgendosi a imprese e istituzioni.
A rendere ancora più significativo l’evento è stato il messaggio del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha voluto celebrare gli ottant’anni dell’associazione ricordando l’attualità dell’eredità olivettiana: «Il nostro tessuto produttivo si fonda su due pilastri, il profitto e il valore sociale».
Durante l’assemblea è intervenuto anche Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, che ha ricordato il ruolo strategico del Canavese come luogo simbolo del dialogo tra impresa, innovazione e comunità.
A chiudere la giornata, l’intervento del rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco, che ha richiamato l’importanza dell’apprendimento esperienziale e del pensiero critico nell’era digitale. «L’intelligenza artificiale corre veloce – ha osservato – ma va accompagnata, non sostituita. Dobbiamo costruire una via europea all’AI, più etica e centrata sulla persona».
Un’assemblea che ha messo al centro collaborazione e innovazione, ribadendo che la crescita è un atto collettivo: radicato nel territorio, ma capace di guardare al mondo.
