
Torino è la città più “cassaintegrata” d’Italia – Milioni di ore di cassa integrazione. I dati sempre più allarmanti
Nei primi mesi del 2025 la situazione del lavoro in Piemonte mostra un peggioramento netto e continuo, con Torino ancora una volta in cima alla lista delle province che ricorrono maggiormente alla cassa integrazione. Il capoluogo, segnato dal peso della filiera Stellantis, conferma il suo ruolo di territorio più esposto alle turbolenze industriali.
Secondo l’analisi elaborata dal Servizio Lavoro, Coesione e Territorio della UIL nazionale, nei primi nove mesi dell’anno le aziende piemontesi hanno chiesto oltre 46 milioni di ore di cassa integrazione, pari a un aumento del 37,6% rispetto al 2024. A queste si aggiungono più di 1,6 milioni di ore erogate tramite i fondi di solidarietà gestiti dall’Inps, che intervengono nei settori privi degli strumenti ordinari. Il totale supera così i 47,7 milioni di ore, con una crescita complessiva di quasi il 39%.
Nel resto del Paese la crescita si ferma al 18,6%, mentre il Piemonte procede a ritmo doppio, segnale che qui si sommano difficoltà temporanee e problemi radicati nel tessuto produttivo.
A livello territoriale emergono differenze marcate. Le impennate maggiori riguardano Verbania, che registra un incremento oltre il 140%, seguita da Asti (+122,6%) e Cuneo (+121,3%). Anche Vercelli e Torino mostrano aumenti significativi, rispettivamente del 42,1% e del 40,5%. Crescita più contenuta per Alessandria, che quasi si stabilizza (+3,3%).
Ci sono però due eccezioni: Novara e Biella, dove il ricorso agli ammortizzatori diminuisce, rispettivamente del 2,6% e del 14,1%. Una tendenza che indica specificità produttive differenti e una pressione occupazionale meno intensa in alcuni comparti locali.