
Torino – Confindustria Canavese contro la Manovra del Governo: “E’poco coraggiosa e senza visione industriale”. Le parole del presidente
Confindustria Canavese lancia un segnale forte al Governo, bocciando la nuova legge di bilancio definita “timida e priva di una reale strategia industriale”. Durante l’incontro “La Stampa è con voi” al Teatro Giacosa di Ivrea, il presidente Paolo Conta ha evidenziato come l’attuale scenario economico sia caratterizzato da trasformazioni profonde e rapide, tali da mettere in discussione certezze consolidate per decenni. Proprio per questo, spiega, servirebbero scelte più incisive: «L’Italia deve riconoscere la portata dei cambiamenti in atto e favorire un massiccio rilancio degli investimenti».
Conta riconosce l’impegno del Governo sugli ammortamenti, ma sottolinea che non basta: l’innovazione – soprattutto digitale – è ormai essenziale per mantenere competitività, e le imprese hanno bisogno di strumenti continui e stabili.
A livello locale, il presidente individua tre direttrici di crescita per il territorio eporediese: industria, con tecnologie che migliorano sicurezza e processi; silver economy, legata all’invecchiamento demografico; e sport, grazie a un territorio che è “una palestra naturale”. Settori che, se valorizzati, possono integrarsi con il solido bagaglio tecnico locale – meccanica, elettronica, informatica – e con l’eredità culturale dell’olivettianesimo, ancora oggi ispirazione per molte realtà.
“Tornando però alle prospettive di sviluppo dell’area di Ivrea – si legge su La Stampa – “il presidente di Confindustria Canavese Conta ritiene che serva puntare, inoltre, sull’attrattività verso i giovani. Quelli che arrivano da fuori e quelli nati e cresciuti sul territorio: «Il Canavese per le sue caratteristiche sia imprenditoriali, quindi di offerta di lavoro, sia di ecosistema, che permette di fare tanto sport, offre un equilibrio fondamentale che può essere veramente una forza per far tornare i ragazzi». Serve investire poi in infrastrutture, ferroviarie e digitali. E per quelle ferroviarie, il presidente Conta ha «un sogno che è quello della stazione dell’alta velocità sulla linea Torino Milano a Santhià. A Santhià c’è il casello dell’autostrada e passa la linea dell’alta velocità. Reggio Emilia ce l’ha fatta, ha una stazione dove alcuni treni si fermano, alcuni no. Se si punta il compasso da Santhià si prende Ivrea, la Valle d’Aosta, si prende il Biellese, Vercelli e anche Asti. Lì dove è arrivata l’alta velocità, nell’area si è creato sviluppo».