
Torino – Esplosione in via Nizza: arrestato un uomo per omicidio volontario. Incastrato dalle telecamere

È stato fermato nel pomeriggio di oggi un uomo di 40 anni, di professione guardia giurata, accusato di aver provocato volontariamente l’incendio che ha generato la devastante esplosione in via Nizza 389, nella zona del Lingotto a Torino, lo scorso 30 giugno. Le autorità lo ritengono responsabile di omicidio volontario e crollo doloso. Il bilancio della tragedia è stato grave: Jacopo Peretti, 35 anni, ha perso la vita, mentre cinque persone sono rimaste ferite, compresi due minori. Inoltre, quattro abitazioni sono andate completamente distrutte, e l’intero stabile è tuttora sottoposto a sequestro giudiziario.
In un primo momento si era ipotizzato che l’origine della deflagrazione fosse una fuga accidentale di gas, ma gli sviluppi investigativi hanno presto smentito questa pista. Le indagini, condotte dal procuratore Giovanni Bombardieri insieme alla PM Chiara Canepa, hanno infatti messo in luce elementi che indicano un’azione deliberata.
Testimonianze dirette hanno segnalato la presenza di un uomo, con il volto sporco di sangue, che si allontanava in fretta dall’edificio subito dopo l’esplosione. Queste segnalazioni sono state in seguito confermate da persone vicine all’uomo indagato, inclusi colleghi di lavoro e parenti, contribuendo a rafforzare i sospetti nei suoi confronti. Le telecamere di videosorveglianza della zona avrebbero fornito ulteriori riscontri che hanno portato all’identificazione e all’arresto del sospettato.
Al momento non è ancora chiaro il movente, ma gli investigatori escludono che la vittima fosse l’obiettivo dell’azione: secondo quanto riferito, Jacopo Peretti non era il bersaglio del gesto criminale, e sarebbe quindi rimasto ucciso in maniera indiretta. Si indaga su altre possibili motivazioni e su chi potesse essere invece il reale destinatario dell’atto doloso. Si iootizza che volesse spaventare la ex.
Nel palazzo colpito dall’esplosione vivevano, oltre alla vittima, altri due nuclei familiari: una famiglia di origine egiziana e una donna di 30 anni, Madalina Ionela Hagiu, che al momento della tragedia non era presente perché si trovava fuori Torino.