
A Torino per la prima volta nella storia chiusura totale del Caat- “Scioperiamo, niente frutta e verdura fresca di giornata” Ecco perché

A Torino per la prima volta nella storia chiusura totale del Caat.
Per la prima volta da quando esiste, il Caat di Torino — il Centro Agroalimentare che ogni giorno rifornisce i mercati cittadini di prodotti ortofrutticoli freschi — ha chiuso completamente i battenti. Un evento senza precedenti, definito “storico” dall’Associazione piemontese dei grossisti agroalimentari (Apgo), che ha parlato di una giornata simbolica e carica di significato. La chiusura generale è stata una forma di protesta compatta e unanime contro l’ennesimo aumento dei costi imposto dalla direzione del Caat, ritenuto ingiustificato e insostenibile da chi lavora ogni giorno nel mercato all’ingrosso.
Secondo quanto comunicato dall’Apgo, la mobilitazione ha coinvolto tutti gli attori della filiera: dai grossisti alle aziende di logistica, dai produttori diretti fino a numerosi clienti abituali. Il presidente dell’associazione, Stefano Cavaglià, ha messo in risalto la straordinaria partecipazione, che ha mostrato un fronte unito come mai prima d’ora. Il gesto, spiega, nasce da un malcontento crescente che si diffonde da tempo tra gli operatori, esasperati dall’aumento dei costi di gestione, ritenuti insostenibili per le loro attività.
In particolare, al centro della protesta c’è l’aumento degli oneri legati agli affitti degli spazi, oltre ad altri costi di accesso e utilizzo dei servizi del centro. Per questo Cavaglià chiede un confronto diretto e immediato con l’ente gestore del Caat, per rivedere i contratti e definire congiuntamente un piano sostenibile per il futuro del polo agroalimentare, salvaguardando così il lavoro e la dignità di chi ogni giorno lo anima.
Chi oggi ha frequentato i mercati ortofrutticoli della città potrebbe aver notato qualche banco vuoto, ma i disagi sono stati contenuti. La maggior parte degli ambulanti, infatti, era stata informata in anticipo della chiusura e ha potuto approvvigionarsi prima dello stop
Ma anche tra gli operatori ambulanti si sollevano critiche: Giancarlo Nardozzi, rappresentante del gruppo indipendente Goia, denuncia il raddoppio delle tariffe per l’accesso al Caat, passate da 2,50 a 5 euro per ogni ingresso, una spesa che può arrivare fino a 1.800 euro all’anno per ciascun venditore, una cifra ritenuta eccessiva.