
Crisi auto elettriche – Sono sparite negli Usa, rallentano in Cina: ora ci crede solo l’Europa

Il mercato delle auto elettriche sta attraversando una fase di forte incertezza su scala globale. Dopo anni in cui sembrava rappresentare il futuro indiscusso della mobilità, oggi la realtà è più complessa e meno rosea di quanto previsto.
In Cina, pur con dati apparentemente positivi – a giugno 2025 le vendite sono salite del 18,6% su base annua, con le auto elettriche e ibride che hanno superato la metà del mercato – emergono crepe significative. Il sistema cinese dipende pesantemente dagli incentivi pubblici e dalle esportazioni, e la recente esaurita disponibilità di fondi in province chiave come Guangdong o Henan mostra i limiti del modello. In sei mesi sono state vendute 10,9 milioni di auto, con un forte aumento delle elettriche (+37%), ma la concorrenza sui prezzi ha ridotto i profitti, persino per giganti come BYD. Il rischio è una crisi di sovrapproduzione che neppure il governo centrale può ignorare.
Male negli USA
Negli Stati Uniti, l’auto elettrica è finita nel mirino dell’amministrazione Trump. Il nuovo presidente ha annullato politiche simbolo del precedente governo, come gli incentivi fiscali all’acquisto di EV (fino a 7.500 dollari), e ha fermato le leggi statali come quella californiana che mirava al bando dei motori a combustione entro il 2035. Dal 30 settembre 2025, infatti, spariranno tutti i benefici per chi sceglie un veicolo a batteria, segnando una netta inversione di rotta e mettendo in difficoltà la transizione ecologica americana.
Ci crede solo l’Europa
In Europa, al contrario, l’impegno per l’elettrificazione resta un obiettivo. Bruxelles ha avviato una consultazione pubblica per valutare l’effettiva fattibilità del divieto di vendita di auto a benzina e diesel dal 2035. Ma i numeri parlano chiaro: nei primi cinque mesi del 2025 le immatricolazioni elettriche hanno coperto solo il 15,4% del mercato, una crescita troppo lenta per giustificare una rivoluzione così ambiziosa.
La clausola di revisione del piano “Fit for 55” potrebbe aprire a un rinvio o a una modifica sostanziale degli obiettivi già fissati.
E così, mentre Cina e USA rallentano o si tirano indietro, è l’Europa a restare l’unica grande area economica che continua a credere – almeno ufficialmente – nella transizione elettrica.