
Torino – Il Comune riaccenda la fontana di Merz, spenta da oltre un anno! L’appello dei torinesi

Torino – Il Comune riaccenda la fontana di Merz, spenta da oltre un anno.
A Torino cresce la preoccupazione dei cittadini per il prolungato stato di abbandono in cui versa la fontana di Mario Merz, ferma da oltre un anno. Numerosi residenti lamentano con amarezza il degrado dell’opera, che da ben 14 mesi è priva d’acqua e lasciata in condizioni di incuria. La fontana, collocata in una zona centrale e strategica della città, non lontano dal quartiere Crocetta, è considerata da molti uno dei simboli più significativi dell’arte contemporanea torinese. La sua struttura dinamica, caratterizzata da giochi d’acqua e movimento, rappresenta non solo un’attrazione visiva, ma anche un omaggio all’estro creativo di Merz, artista di fama internazionale.
La riattivazione dell’impianto non richiederebbe interventi particolarmente costosi: si parla di una spesa contenuta, nell’ordine di alcune decine di migliaia di euro.
“Nel vedere quella fontana all’asciutto, mi piange il cuore. Scoprire che è in queste condizioni da 14 mesi è ancora più frustrante – scrive Ugo Nespolo, sulla Stampa – “. Non vedo, da parte degli assessori preposti, uno spiccato interesse per la storia culturale torinese, che è, in effetti, complessa, variegata e molto ricca.
La fontana di Merz, uno dei pochi monumenti d’avanguardia in una città che ne ha tanti ottocenteschi disseminati in piazze e strade, ha, in questo senso, un valore unico ed esemplare. Non sono, però, del tutto sorpreso. Infatti, non è la prima volta che il Comune dimostra scarso interesse per opere che, invece, dovrebbe valorizzare.
Non ho mai dimenticato quanto successo una quindicina di anni fa con le tre Torri di Arnaldo Pomodoro. L’artista le aveva regalate alla città. Svettavano nella rotonda Maroncelli, a due passi dal Palazzo del Lavoro.
Il Comune, però, sosteneva di non potersi accollare i costi della manutenzione dell’opera. Così Pomodoro – offeso – le smontò e le portò a Milano, donandole a un’altra istituzione”.