
Pene più severe per chi maltratta gli animali – Uccidi un cane o un gatto? Rischi 3 anni di carcere e 60mila euro di multa

Pene più severe per chi maltratta gli animali.
Con il via libera definitivo del Senato, entra in vigore una nuova legge che rafforza drasticamente la tutela penale degli animali. Un cambiamento epocale: gli animali vengono riconosciuti come esseri senzienti, non più semplicemente oggetti d’affezione, ma soggetti portatori di diritti, in linea con i principi europei.
La normativa introduce 15 nuovi articoli che modificano il Codice penale, quello di procedura penale e il D.lgs. 231/2001. Le sanzioni per i reati contro gli animali si fanno molto più dure: chi uccide un cane o un gatto rischia fino a tre anni di carcere e multe fino a 60.000 euro. La pena aumenta se il reato avviene in presenza di minori, coinvolge più animali o viene diffuso online.
Pene inasprite anche per i combattimenti: chi li organizza, partecipa o li promuove rischia da 2 a 4 anni di reclusione. Vietato anche l’allevamento o l’addestramento per fini violenti e le scommesse su questi eventi. Scatta inoltre il divieto assoluto di commercializzare pellicce di gatti e di tenere i cani legati alla catena, ovunque sul territorio nazionale.
Attenzione anche alla fauna selvatica e agli animali esotici: per chi uccide o detiene specie protette, previsti fino a 12 mesi di carcere e multe fino a 8.000 euro. Stretta anche sul traffico illegale di cuccioli: reclusione da 4 a 18 mesi e sanzioni fino a 30.000 euro.
Infine, nuove norme vietano l’abbattimento automatico degli animali coinvolti nei reati: dovranno restare sotto tutela fino alla fine del processo. Reati come l’abbandono e la mancata identificazione degli animali domestici subiranno sanzioni più alte.
Una legge che segna una svolta nella giurisprudenza italiana: gli animali diventano finalmente soggetti di diritto, con una protezione penale adeguata alla loro natura di esseri viventi e senzienti.