
A Milano è impermeabile il 95% dei terreni – Per questo il maltempo ha un impatto così violento. I dati allarmanti

Milano e la sua area metropolitana si trovano sempre più spesso a fare i conti con piogge intense e allagamenti improvvisi. Secondo uno studio pubblicato dal Corriere della Sera, il problema principale è che ben il 95% del suolo è impermeabilizzato: ricoperto da asfalto, cemento o coltivazioni irrigate, e quindi incapace di assorbire l’acqua piovana. Il risultato è una città sempre più vulnerabile agli effetti del maltempo.
Dai dati raccolti dalla Città Metropolitana di Milano, in collaborazione con l’Osservatorio Meteorologico Milano Duomo, emerge un quadro allarmante. Oggi piove meno frequentemente rispetto a cento anni fa — 79 giorni all’anno contro i 95 dell’inizio del Novecento — ma la quantità totale di pioggia è rimasta invariata. La differenza è che ora le precipitazioni avvengono con maggiore intensità e in periodi più brevi, con conseguenze pesanti sul territorio: tombini intasati, strade allagate, disagi per cittadini e attività economiche.
Un altro elemento evidenziato dallo studio è la disomogeneità nella distribuzione della pioggia. Le aree settentrionali della provincia ricevono in media 1.200 millimetri annui, mentre a sud se ne registrano appena 710. Inoltre, i mesi in cui si concentrano gli eventi metereologici più estremi sono maggio, luglio e novembre.
In collaborazione con il Politecnico di Milano e il progetto europeo Life Metro Adapt, sono state analizzate le capacità drenanti del suolo in vari scenari: terreno asciutto, già umido e molto secco o saturo. In condizioni di secchezza estrema, il suolo può creare una crosta impermeabile che impedisce ulteriormente l’assorbimento dell’acqua, peggiorando il fenomeno del cosiddetto “ruscellamento”, ovvero lo scorrimento delle acque in superficie.
“Guardando il dato quartiere per quartiere – si legge sul Corriere della Sera – ” Porta Romana rigetta potenzialmente l’84% della pioggia, Isola l’86, Crescenzago il 76, Bruzzano il 71, Quinto Romano il 68. Dati ancora più alti in caso di terreno già bagnato e quindi incapace di drenare altri liquidi. In queste situazioni la media in provincia è del 92% di acqua «rifiutata», del 94% nella sola Milano (96 a Citylife, 97 a Isola, 95 a Dergano, 94 a Ponte Seveso e a Niguarda, 85 nella parte Sud della città). «L’acqua in eccesso finisce nelle fognature e comporta poi un grande impegno oltre che costi di gestione», dice Davoli. Non va meglio nei Comuni dell’hinterland Sud, con i terreni agricoli che vengono irrigati frequentemente e non aiutano ad assorbire. «Mancano aree verdi come boschi e prati inutilizzati: sono solo il 5% di tutta l’area metropolitana — continua l’esperta —. Per come abbiamo organizzato il territorio, quindi, tocca a noi gestire l’acqua piovana». Va in questa direzione il progetto «Città metropolitana spugna»: 90 interventi realizzati con Cap in 32 Comuni, tutti finanzianti con i fondi del Pnrr. Obiettivo: sfruttare tecnologie naturali in grado di trattenere la pioggia e farla defluire più lentamente. Un esempio? I parcheggi assorbenti per posteggiare le auto, ma anche evitare gli allagamenti. I dati dell’analisi sul ruscellamento, insieme allo studio sulle isole di calore, hanno permesso di individuare le aree su cui lavorare. Cinquantadue cantieri sono già stati chiusi, venti sono stati aperti e i rimanenti inizieranno a breve. Tutte le opere dovranno essere concluse per marzo 2026″.