
A Torino il piccolo Assad, ferito a Gaza, ha ricevuto una nuova protesi – Ora ricomincerà una nuova vita
A Torino il piccolo Assad, ferito a Gaza, ha ricevuto una nuova protesi
La storia di Yousef Al Zaiza e dei suoi due figli, Asaad e Mohamed, è una delle tante tragedie causate dalla guerra nella Striscia di Gaza. Nella notte tra il 19 e il 20 maggio un missile ha colpito l’abitazione in cui si trovavano quindici membri della loro famiglia. Yousef, che sarebbe dovuto arrivare poche ore dopo, ha perso la moglie, la madre, la figlia dodicenne e numerosi altri parenti.
Solo i due figli maschi sono sopravvissuti e trasportati d’urgenza in ospedale. Le condizioni di Asaad, 8 anni, sono apparse da subito gravissime: ha subito l’amputazione della gamba destra, ha riportato una grave compromissione della vista all’occhio destro e porta ancora nel corpo molteplici schegge metalliche. Le sue condizioni erano così critiche che, subito dopo il primo soccorso, il bambino è stato dichiarato clinicamente morto. Solo una tempestiva rianimazione cardio-polmonare ha permesso di salvarlo.
Attraverso un’operazione di evacuazione medica da Gaza (Medevac), nel mese di giugno Yousef e i suoi figli sono arrivati a Torino, grazie alla missione umanitaria Food for Gaza, coordinata dalla regione Piemonte e supportata dal Ministero degli esteri italiano. Accolti all’Ospedale Infantile Regina Margherita, l’équipe di chirurgia oculare è riuscita a salvare la vista di Asaad.
Un ulteriore passo fondamentale nel percorso di rinascita del bambino è stato reso possibile dall’Officina Ortopedica Maria Adelaide – centro specializzato nella realizzazione di dispositivi protesici ad alta tecnologia – che ha donato ad Asaad una protesi alla gamba, realizzata con stampante 3D di ultima generazione, restituendogli fiducia e nuove prospettive per il futuro.
Roberto Ariagno, direttore dell’Officina Ortopedica Maria Adelaide, dichiara: “Quello che sta accadendo nella Striscia di Gaza è una tragedia che deve scuotere le coscienze di ognuno di noi: non può e non deve lasciarci impassibili. Ogni giorno centinaia di persone pagano il prezzo di una guerra sciagurata. Uomini, donne e bambini a cui è stata strappata la possibilità di vivere dignitosamente, che hanno perso tutto e che affrontano una situazione inaccettabile. Quando sono venuto a conoscenza della storia di Asaad ho pensato che donargli una protesi fosse il minimo che potessi fare per restituirgli un’opportunità di rinascita, aiutandolo a camminare di nuovo dopo ciò che ha subito”.