
Acciaio europeo: tra crollo annunciato e tensione emotiva. Come il cortocircuito Chip acciaio sta scuotendo i mercati
Il mercato siderurgico europeo vive un momento di forte incertezza. La domanda resta debole, ma i prezzi non smettono di muoversi, spesso sospinti più dalle aspettative che dai fondamentali. Oggi la grande domanda è: ci troviamo davanti a un vero crollo del settore o solo a una fase di nervosismo emotivo?
La situazione è tutt’altro che lineare. I prodotti lunghi – come profilati e acciai per carpenteria – risentono della frenata delle costruzioni e mostrano un progressivo arretramento. I prodotti piani, invece – laminati, coil e galvanizzati – registrano in Italia aumenti dei listini in controtendenza rispetto al Nord Europa, dove i prezzi si stanno stabilizzando o calano leggermente.
A scuotere ulteriormente il mercato è il cosiddetto “cortocircuito chip-acciaio”. Il blocco delle forniture di semiconduttori da parte di Nexperia, segnalato da Reuters, sta colpendo duramente l’automotive europeo, che assorbe oltre il 40% della domanda di acciaio piani. Con gli stabilimenti di Francia e Germania già rallentati, la prospettiva di un calo dei consumi potrebbe protrarsi fino a inizio 2026.
Secondo EUROFER, il 2025 segnerà un arretramento dello 0,9% nel consumo apparente di acciaio nell’Unione Europea, con una possibile ripresa solo nel 2026 (+3,4%), a patto che si allentino le tensioni geopolitiche e riparta la produzione industriale.
In Italia, tuttavia, i produttori mantengono un atteggiamento rialzista sui laminati a freddo e galvanizzati, anche per effetto di scorte ridotte e aspettative speculative. Sul fronte dei lunghi, invece, la billetta arretra e trascina i prezzi dei profili. Per l’acciaio inox, le variazioni restano minime, con contributi energetici invariati.
Alla fine, la domanda resta aperta: la spinta al rialzo dei “piani” potrà resistere all’impatto della crisi dei chip? Il rischio di un ridimensionamento resta alto. Il mercato dell’acciaio appare oggi sospeso tra realtà economica e percezione, in un equilibrio sempre più fragile dove l’emotività sembra avere la meglio sulla domanda effettiva.