
Crisi a Torino, i negozi sono in estinzione. Rischia di sparire un negozio di prossimità su 5: i dati allarmanti
A Torino e in tutto il Piemonte il piccolo commercio sta attraversando una fase critica che rischia di trasformare profondamente il tessuto urbano.
Le elaborazioni dell’Ufficio Studi di Confcommercio indicano uno scenario preoccupante: se l’attuale tendenza non verrà invertita, entro il 2035 potrebbe scomparire un esercizio di prossimità ogni cinque. Il declino è già visibile nei numeri dell’ultimo decennio: dal 2012 al 2024 hanno cessato l’attività più di 13 mila tra botteghe, negozi su strada e operatori ambulanti, a cui si aggiungono quasi 600 chiusure nel settore della ristorazione.
Secondo il presidente regionale di Confcommercio, Giuliano Viglione, ogni attività che abbassa definitivamente la serranda rappresenta un colpo per la qualità della vita dei quartieri: diminuiscono presidio del territorio, servizi immediatamente accessibili e occasioni di relazione.
Il rischio, avverte, è quello di ritrovarsi con aree urbane sempre più vuote e prive di vitalità, vere e proprie “zone spente”, se non si interviene con decisione.
Per fronteggiare questa erosione del commercio tradizionale, l’associazione propone una serie di misure mirate: una pianificazione più attenta della rete distributiva, strumenti che facilitino l’accesso al credito per le piccole imprese e politiche capaci di accompagnare gli operatori nella trasformazione economica in atto.
Tra le iniziative suggerite figurano anche accordi con enti locali e proprietari per rimettere in funzione gli spazi inutilizzati e programmi a lungo termine volti a rafforzare l’economia di vicinato.