
Donald Trump demolisce dopo 157 anni lo “Ius Soli” negli Stati Uniti: “Un colpo per la democrazia americana”

Donald Trump demolisce lo Ius Soli negli Stati Uniti.
Dopo oltre un secolo e mezzo in cui il principio dello ius soli ha rappresentato un pilastro del sistema democratico americano, Donald Trump è riuscito in poche settimane a smantellarlo. La Corte Suprema degli Stati Uniti, con una decisione storica e controversa, ha aperto la strada all’attuazione dell’ordine esecutivo firmato dal presidente, che abolisce la cittadinanza automatica per chi nasce negli USA, se i genitori non hanno uno status legale permanente.
La Corte Suprema spalleggia la Casa Bianca
Il verdetto della Corte è arrivato con sei voti favorevoli e tre contrari, divisi nettamente tra giudici conservatori e progressisti. La sentenza stabilisce che i tribunali federali minori non possono bloccare a livello nazionale gli ordini esecutivi del presidente, limitando quindi la portata delle precedenti sospensioni decretate in diversi stati. Anche se non è stata affrontata la questione costituzionale centrale, il pronunciamento della Corte rafforza il potere dell’esecutivo e ne amplia di fatto l’autorità in modo significativo.
La fine della cittadinanza per nascita
Il provvedimento di Trump, firmato il giorno del suo ritorno alla presidenza, nega la cittadinanza automatica ai bambini nati negli Stati Uniti da genitori senza permesso di soggiorno permanente. Una mossa che cambia radicalmente l’interpretazione consolidata del XIV emendamento della Costituzione, che finora garantiva la cittadinanza a chiunque nascesse sul suolo americano. Fino a oggi, questa norma era considerata intoccabile, con pochissime eccezioni.
La giudice Sonia Sotomayor, in un’accesa dichiarazione di dissenso, ha definito la decisione una minaccia diretta ai diritti costituzionali. Ha affermato che la Corte, oggi, sta abbandonando il suo ruolo fondamentale di garante della legalità, e ha avvertito che, con questa linea, domani potrebbero essere messi in discussione anche altri diritti, come il possesso legale di armi o la libertà religiosa.
“I giudici della Corte non sono intervenuti sul merito di Costituzionalità – spiega la redazione di Rainews.it – ” limitando le sentenze dei tribunali inferiori a bloccare l’ordinanza di Trump solo nei 22 stati a guida democratica, in attesa delle cause intentate contro il provvedimento presidenziale, ma la sentenza è destinata ad avere un forte impatto ampliando di fatto il potere esecutivo. Ogni tribunale che finora ha affrontato direttamente la legalità dell’ordinanza di Trump l’ha ritenuta probabilmente incostituzionale. L’amministrazione si era rivolta alla Corte Suprema con procedura d’urgenza per limitare le ingiunzioni a livello nazionale emesse dai giudici federali di Greenbelt, nel Maryland, Seattle e Boston. L’ordine esecutivo di Trump fu firmato il primo giorno del suo ritorno alla Casa Bianca. Nel dettaglio limita la cittadinanza per diritto di nascita per i bambini nati sul suolo statunitense se non hanno almeno un genitore con status legale permanente. Le ampie restrizioni sovvertono l’interpretazione convenzionale della clausola sulla cittadinanza del XIV emendamento, da tempo riconosciuta come soggetta a poche eccezioni. Una farsa per lo Stato di diritto”, ha invece affermato la giudice della Corte Suprema Sonia Sotomayor esprimendo il suo dissenso sulla decisione. “Nessun diritto è sicuro nel nuovo regime giuridico creato dalla Corte. Oggi la minaccia è per la cittadinanza per diritto alla nascita. Domani un’amministrazione diversa potrebbe tentare di sequestrare armi da fuoco a cittadini rispettosi della legge o impedire ai fedeli di diverse religioni di riunirsi a pregare”, ha aggiunto Sotomayor. “Oggi la Corte abdica al suo ruolo vitale in questo sforzo”, ha aggiunto Sotomayor, esprimendo il suo dissenso dalla maggioranza dei colleghi”.