
E’ Torinese la donna alla guida della nave che sta portando aiuti alla Palestina: “Israele non ha il diritto di arrestarci”
È partita dal porto di Genova la Global Sumud Flotilla, la più imponente missione navale di solidarietà mai organizzata per la popolazione di Gaza. Tra i protagonisti spicca il volto italiano dell’iniziativa: Maria Elena Delia, torinese, fisica di formazione e attivista per i diritti umani, oggi portavoce delle imbarcazioni che puntano a rompere il blocco imposto da Israele.
La spedizione raccoglie oltre 40 navi da 44 Paesi diversi, con l’obiettivo di consegnare aiuti concreti e lanciare un segnale politico contro l’assedio che da anni soffoca la Striscia. Solo dall’Italia sono state raccolte più di 200 tonnellate di beni essenziali, confezionate in pacchi da 20 chili ciascuno, grazie al lavoro di associazioni e comitati, molti dei quali torinesi. A bordo volontari, medici e marinai che affronteranno un viaggio di almeno dieci giorni.
Il termine “sumud” in arabo significa resistenza e resilienza: valori che guidano l’intera operazione. La figura di Vittorio Arrigoni, attivista italiano ucciso a Gaza nel 2011, resta un riferimento costante. Delia stessa è parte della fondazione che porta il suo nome e da anni è impegnata nella rete internazionale di solidarietà con la Palestina.
Prima della partenza, la flottiglia è stata accompagnata a Genova da un corteo imponente, con oltre 40 mila persone, tra cui la sindaca Silvia Salis: “Da una città Medaglia d’Oro per la Resistenza, aiutiamo chi oggi è costretto a resistere”.
Ma la missione dovrà fare i conti con la reazione israeliana. Il ministro per la Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir ha definito la flottiglia “terrorista”. Dal ponte della nave, Delia ribatte: “Portiamo acqua e cibo, non armi. Siamo nelle acque internazionali e nella piena legalità. Israele non ha alcun diritto di arrestarci né di sequestrare le nostre imbarcazioni”.
Una sfida pacifica e rischiosa, che vuole rompere l’isolamento di Gaza e restituire dignità a chi, sotto assedio, continua a sopravvivere tra fame e bombardamenti.