
Il ministro Piantedosi difende il taser: “E’ uno strumento imprescindibile”

L’uso del taser torna al centro del dibattito politico e sociale in Italia, dopo i casi di Olbia e Genova, dove due uomini – rispettivamente di 57 e 41 anni – sono morti in seguito all’utilizzo della pistola elettrica da parte delle forze dell’ordine. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha difeso con forza l’impiego dell’arma, definendola «uno strumento imprescindibile» e bollando come «ideologiche» le critiche arrivate dalle opposizioni e da alcuni esperti del settore.
Secondo Piantedosi, il taser rappresenta una valida alternativa all’uso delle armi da fuoco, essendo destinato a situazioni di emergenza in cui i soggetti fermati mostrano atteggiamenti violenti e aggressivi. «Le regole di ingaggio prevedono che venga usato solo quando c’è un pericolo concreto per i presenti e, da quanto emerso, era proprio questo il caso di Olbia e Genova», ha dichiarato il ministro, esprimendo al contempo «profondo cordoglio per le due vittime». Piantedosi ha poi ribadito la «gratitudine verso le forze dell’ordine, oggetto di polemiche pretestuose e infondate».
Le opposizioni chiedono chiarezza. Il segretario di Più Europa Riccardo Magi ha annunciato che alla riapertura del Parlamento verrà chiesta una relazione dettagliata sull’uso del taser: «Vogliamo sapere quante volte è stato utilizzato e quante morti siano correlate al suo impiego». Perplessità sono state espresse anche dal presidente della Sis118, Mario Balzanelli, secondo cui l’arma «può essere potenzialmente pericolosa anche a distanza di alcuni minuti». L’esperto propone di rendere obbligatoria la presenza di defibrillatori semiautomatici a bordo delle pattuglie dotate di taser e l’addestramento degli agenti nelle procedure di rianimazione cardiopolmonare.
Sul piano giudiziario, le procure di Olbia e Genova hanno aperto fascicoli per omicidio colposo e iscritto nel registro degli indagati i quattro militari coinvolti. Le autopsie chiariranno la dinamica dei decessi: oggi a Genova è in corso quella su Elton Bani, muratore albanese di 41 anni colpito da almeno tre scariche, mentre domani sarà la volta di Gianpaolo Demartis, 57 anni, deceduto per arresto cardiaco durante il trasporto in ospedale. Intanto i sindacati delle forze dell’ordine difendono lo strumento. Per il Siulp, «il taser ha sostituito quasi del tutto le armi da fuoco letali, rappresentando un’arma di difesa e non di offesa». Sulla stessa linea il Sindacato italiano militari carabinieri (Sim) e le forze di maggioranza, da FdI alla Lega fino a Forza Italia con Maurizio Gasparri. Il dibattito rimane aperto, diviso tra chi vede nel taser un mezzo di tutela per gli agenti e i cittadini e chi, invece, lo considera un rischio troppo alto per la vita umana.