
Israele, cresce il fronte interno di protesta – Un milione di persone in piazza contro il ‘piano Netanyahu

In Israele ieri è stata una giornata segnata da mobilitazioni di massa contro la prosecuzione della guerra a Gaza e per chiedere un accordo che consenta la liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Le manifestazioni non hanno coinvolto solo Tel Aviv, ma numerose città in tutto il Paese: in alcuni casi i dimostranti hanno occupato arterie stradali cruciali, come l’autostrada che collega Tel Aviv a Gerusalemme, bloccando la circolazione in entrambe le direzioni.
Le stime sulla partecipazione variano: secondo i media israeliani a Tel Aviv si sarebbero radunate circa 500 mila persone, mentre in tutto il Paese il numero complessivo oscillerebbe tra un milione e 2,5 milioni di partecipanti, a seconda delle fonti.
Gli organizzatori parlano di una mobilitazione senza precedenti, la più grande dall’anno scorso, quando l’uccisione di sei ostaggi fece esplodere la protesta. In piazza è stata dispiegata anche una gigantesca bandiera israeliana decorata con i volti dei prigionieri ancora trattenuti a Gaza, simbolo della richiesta unitaria di liberarli al più presto.
Gli scontri con la polizia non sono mancati: nelle ore serali centinaia di persone hanno cercato di raggiungere la sede del Likud, il partito del premier Benjamin Netanyahu, dove hanno acceso un falò. Le forze dell’ordine hanno respinto i manifestanti con durezza, impedendo l’accesso diretto all’edificio. Complessivamente, nel corso della giornata, sono state fermate almeno 38 persone.
Parallelamente, la situazione a Gaza è rimasta gravissima. Un bombardamento israeliano nelle prime ore del mattino ha colpito l’ospedale Al Ahli di Gaza City, causando almeno sette vittime. Secondo i dati diffusi da Al Jazeera, nelle ultime ventiquattro ore gli attacchi dell’Idf avrebbero provocato la morte di 57 palestinesi.
Le proteste israeliane, organizzate anche dal Forum delle famiglie degli ostaggi, hanno voluto trasmettere un messaggio chiaro: la società civile chiede di porre fine a un conflitto che continua a mietere vittime e di riportare a casa i circa 50 prigionieri ancora trattenuti.
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