
Loro Piana in amministrazione giudiziaria: “Caporalato tra i fornitori”. Giacche da 100 euro vendute a 3mila: il caso

Loro Piana in amministrazione giudiziaria: “Caporalato tra i fornitori”. Giacche da 100 euro vendute a 3mila.
Un nuovo scandalo scuote il mondo della moda di lusso, con al centro Loro Piana, storica azienda piemontese controllata dal colosso francese LVMH. Secondo quanto emerso da un’indagine della Procura di Milano, condotta dal pubblico ministero Paolo Storari, il marchio sarebbe coinvolto indirettamente in un sistema consolidato di sfruttamento della manodopera, in particolare cinese, lungo la filiera di produzione del cashmere. L’azienda non avrebbe impedito che i suoi fornitori si affidassero a reti di caporalato e a subappalti illeciti, provocando una drastica compressione dei costi di produzione a discapito dei diritti dei lavoratori.
In pratica, abiti pregiati venduti a prezzi che possono arrivare fino a 3.000 euro nei negozi, sarebbero stati realizzati con un costo di produzione di appena 100 euro, in laboratori gestiti da imprenditori cinesi dove venivano sistematicamente violate le normative su salute, sicurezza, retribuzione e contratti collettivi. Le lavorazioni, infatti, sarebbero state affidate a ditte che formalmente risultano incapaci di produrre, prive di macchinari o personale sufficiente, e che poi delegavano ulteriormente la produzione ad aziende terze, in una catena opaca di subappalti non autorizzati.Loro Piana si occuperebbe soltanto della fase iniziale del ciclo produttivo, ossia la prototipazione, mentre l’effettiva realizzazione dei capi veniva commissionata a società come una che dispone di sole sette lavoratrici e scarse infrastrutture. Da lì, il lavoro veniva ulteriormente affidato a società italiane come Sor-Man, che a loro volta incaricavano laboratori clandestini cinesi. Una terza ditta, Hu Sufang, risulterebbe invece priva di reale attività produttiva.
I controlli svolti dai Carabinieri del Comando Tutela Lavoro hanno fatto emergere una situazione drammatica: operai clandestini o irregolari, sottopagati, costretti a turni di lavoro massacranti, compresi fine settimana e festività, in ambienti insalubri e senza dispositivi di protezione. Alcuni lavoratori vivevano in condizioni degradanti ed erano costantemente sorvegliati, mentre nei capannoni venivano manomessi i macchinari per risparmiare sui costi legati alla sicurezza.
L’indagine ha avuto origine nel maggio 2025, in seguito alla denuncia di un operaio aggredito fisicamente da un datore di lavoro cinese per aver richiesto il pagamento degli stipendi arretrati. Gli accertamenti hanno portato all’identificazione di 21 lavoratori, di cui 10 completamente in nero e 7 privi di regolare permesso di soggiorno. Le autorità hanno emesso sanzioni per oltre 240mila euro e disposto la chiusura di due opifici per gravi violazioni.
“La società di Quarona, in Piemonte – spiega Il Fatto quotidiano – ” non è indagata ma per i giudici Pendino-Cucciniello-Profeta della sezione Misure di prevenzione avrebbe agevolato il “sistema” dello sfruttamento che è stato “perpetrato nel tempo” per ottenere “l’abbattimento dei costi” e la “massimizzazione dei profitti” attraverso l’elusione di “norme penali e giuslavoristiche”, si legge nelle 26 pagine del provvedimento su Loro Piana – 2.294 dipendenti, quasi 1,7 miliardi di euro di ricavi nel 2024 e 389 milioni di euro di utile – che nel 2013 è stata ceduta dalla famiglia fondatrice alla multinazionale transaplina LVMH. I giudici hanno nominato la professionista padovana Micaela Cecca come amministratore giudiziario fissando per il 13 novembre la prima udienza per discutere del piano di risanamento aziendale e organizzativo”.