
L’uso prolungato di Chat Gpt indebolisce le funzioni cerebrali” – L’interessante studio del MIT
Il MIT ha condotto il primo studio basato su scansioni cerebrali per analizzare l’impatto dell’utilizzo prolungato di ChatGPT sul cervello umano. I risultati ottenuti sono significativi: contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’impiego costante dell’intelligenza artificiale non potenzia le capacità cognitive, ma tende a indebolirle.
L’indagine, durata quattro mesi, ha raccolto dati sulle prestazioni mentali degli utenti, rivelando come la produttività percepita possa essere fuorviante. Durante i test, i partecipanti venivano sottoposti a risonanze mentre interagivano con il modello linguistico. È emerso che oltre l’80% degli utilizzatori non era in grado di ricordare nemmeno una frase prodotta pochi minuti prima. Al contrario, coloro che scrivevano senza l’aiuto dell’IA non mostravano problemi di memoria.
I tracciati cerebrali hanno mostrato un forte calo della connettività neurale, con punteggi scesi da 79 a 42 punti: quasi la metà in meno di attività cerebrale. Questo rappresenta il livello cognitivo più basso osservato tra i diversi gruppi coinvolti nello studio. Ancora più preoccupante è che, anche smettendo di usare ChatGPT, gli effetti non sparivano: gli utenti continuavano a registrare prestazioni inferiori rispetto a chi non aveva mai usato l’IA, suggerendo quindi non solo una dipendenza, ma un vero indebolimento delle funzioni mentali.
Gli insegnanti coinvolti nella valutazione hanno notato inoltre un cambiamento nello stile di scrittura: i testi generati con supporto dell’IA risultavano corretti sul piano tecnico, ma spesso venivano giudicati freddi, impersonali e privi di profondità.
Lo studio ha messo in luce un contrasto evidente: grazie a ChatGPT è possibile portare a termine un compito fino al 60% più velocemente, ma al costo di una riduzione del 32% nell’impegno cognitivo richiesto per apprendere davvero. Il gruppo che ha ottenuto i risultati migliori è stato quello che ha iniziato senza ricorrere all’IA e l’ha integrata solo in un secondo momento: questi individui hanno mantenuto livelli elevati di memoria, attività neurale e prestazioni complessive.
Il messaggio che emerge è chiaro: ChatGPT può dare un’impressione di potenziamento, ma in realtà rischia di ridurre lo sforzo intellettuale necessario per sviluppare pensiero critico e capacità di apprendimento. L’uso consapevole diventa quindi fondamentale: l’IA dovrebbe essere uno strumento di supporto, non un sostituto del ragionamento um