
Martina Colombari ce l’ha fatta, ha recuperato suo figlio Achille dopo il tentato suicidio. “Hanno ricostruito un legame solido, di comprensione e tenerezza”
Dopo anni difficili, segnati da conflitti familiari e momenti di profondo dolore, Martina Colombari può finalmente sorridere: suo figlio Achille è rinato. Madre e figlio hanno ritrovato un equilibrio fatto di dialogo, comprensione e affetto sincero, un legame che sembrava perduto ma che oggi è più forte che mai.
Achille, oggi ventenne, ha raccontato con coraggio il periodo buio della sua adolescenza, quando, a soli 17 anni, ha toccato il fondo. “Ho provato a togliermi la vita con sette boccette di metadone, l’equivalente di 40 grammi di eroina. Nessuno sa spiegarsi come io sia ancora vivo”, ha confessato. All’epoca era detenuto nel centro penale minorile di Parma, dove aveva trascorso un anno e sette mesi. “Non ce la facevo più – ha spiegato – non volevo far del male a nessuno, ma mi sentivo intrappolato, pieno di paranoie”.
Quel tentativo di suicidio è diventato un punto di svolta. Oggi Achille racconta di aver smesso con le sostanze e di aver trovato una nuova direzione. “Sto bene e ho recuperato il rapporto con i miei genitori. Prima litigavamo ogni giorno, ora ci capiamo. Se torno tardi, li chiamo. È cambiato tutto”.
La scelta di lasciare Milano è stata decisiva: “Avevo bisogno di respirare, quella città mi metteva ansia. Mi sono trasferito a Palermo e qui ho trovato la mia pace”. Una nuova vita, fatta di consapevolezza e desiderio di riscatto. “Ho deciso di aiutare gli altri, e quando lo faccio mi sento felice, sento le farfalle nello stomaco”.
Oggi madre e figlio si raccontano senza paura, uniti da un legame ritrovato, costruito sulla fiducia e sulla seconda possibilità che la vita, a volte, sa concedere.