
Milano – Il sindaco Sala non si dimetterà, l’assessore Tancredi verso il passo indietro. Gli ultimi sviluppi

A seguito dell’apertura dell’ indagine a suo carico legata alla gestione urbanistica del Comune, il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha deciso di non rassegnare le dimissioni, puntando a continuare il proprio incarico. La notizia dell’inchiesta è arrivata come una sorpresa per il primo cittadino, che ne è venuto a conoscenza leggendo i quotidiani nella mattinata di giovedì 17 luglio.
Nonostante la pressione politica, Sala ha potuto contare su un ampio sostegno da parte della sua maggioranza, anche se con diverse sfumature: piena solidarietà è giunta da partiti come Azione, Italia Viva e PD, mentre da forze come i Verdi e il gruppo misto sono emerse critiche nei confronti del modello di sviluppo urbano adottato dall’amministrazione.
Nel frattempo, si fa sempre più concreta la possibilità che Giancarlo Tancredi, assessore alla rigenerazione urbana e anch’egli coinvolto nell’indagine, lasci il suo incarico. Secondo gli inquirenti, Tancredi sarebbe implicato in una vicenda di corruzione, in cui avrebbe facilitato un’intesa illecita tra l’architetto Giuseppe Marinoni (ex presidente della Commissione paesaggio) e l’imprenditore Federico Pella, della società J+S. Marinoni, in particolare, era stato riconfermato nel suo ruolo nonostante fossero già in corso indagini sulla materia urbanistica.
L’atteggiamento del governo nazionale, e in particolare della premier Giorgia Meloni, si è rivelato più prudente rispetto a quello dei partiti di opposizione presenti nel consiglio comunale milanese. Meloni ha dichiarato di non credere che un semplice avviso di garanzia debba necessariamente comportare dimissioni automatiche, ribadendo che ogni caso deve essere valutato in base alla reale capacità di governo dell’indagato, indipendentemente dal colore politico.
Tancredi, pur manifestando disponibilità a lasciare l’incarico, vorrebbe aspettare almeno l’interrogatorio di garanzia, fissato per il 23 luglio, prima di decidere. Nel frattempo, cresce il dibattito sull’opportunità di mantenere in carica un assessore coinvolto in un’indagine proprio mentre la giunta è chiamata a deliberare su un atto molto delicato: la vendita dello stadio di San Siro e delle aree circostanti a Milan e Inter, prevista per lunedì 21 luglio.
Alcuni esponenti politici e membri dell’amministrazione suggeriscono che un suo passo indietro anticipato potrebbe alleggerire la sua posizione giudiziaria e tutelare l’immagine dell’esecutivo cittadino.