
Milano – La Procura chiede un anno e 8 mesi per Chiara Ferragni per il ‘Pandoro Gate’. Cosa succede adesso
La Procura di Milano ha chiesto una condanna a un anno e otto mesi per Chiara Ferragni, accusata di truffa aggravata nel caso legato alle vendite del “Pandoro Pink Christmas” del 2022 e delle uova pasquali a lei dedicate negli anni precedenti. Secondo i magistrati Christian Barilli ed Eugenio Fusco, le operazioni commerciali sarebbero state presentate come iniziative solidali, mentre in realtà avrebbero garantito all’imprenditrice un guadagno illecito di oltre 2,2 milioni di euro, oltre ai benefici d’immagine non quantificabili.
Il procedimento ruota attorno ai contratti tra le aziende produttrici e le società riconducibili alla influencer. Per l’accusa, i messaggi promozionali diffusi online non avrebbero chiarito con precisione la reale portata delle donazioni, inducendo il pubblico ad acquistare prodotti più costosi nella convinzione di sostenere attività benefiche.
Ferragni, comparsa in aula entrando da un accesso secondario, ha dichiarato di essere serena e durante le sue dichiarazioni spontanee ha ribadito che tutto è stato fatto “in buona fede” e che nessuno avrebbe tratto vantaggi indebiti.
Insieme a lei sono imputati anche l’ex collaboratore Fabio Maria Damato e il presidente di Cerealitalia-ID, Francesco Cannillo, per i quali la Procura ha richiesto pene rispettivamente di un anno e otto mesi e di un anno.
Il giudice ha inoltre ammesso la costituzione di parte civile dell’associazione “La casa del consumatore”, che sostiene che molti acquirenti siano stati danneggiati dalla comunicazione ritenuta fuorviante. La discussione proseguirà il 19 dicembre, quando prenderà la parola la difesa; la sentenza è prevista per gennaio.