
Milano nella bufera – “Sala si dimetta”, assedio politico dopo l’inchiesta sull’urbanistica

Milano nella bufera: “Sala si dimetta”, assedio politico dopo l’inchiesta sull’urbanistica
Il clima politico a Palazzo Marino si è infiammato. Dopo l’inchiesta della Procura di Milano che ha scosso il settore urbanistico della città, il sindaco Beppe Sala è ora nel mirino di un fronte compatto di opposizioni. Fratelli d’Italia, Lega e Movimento 5 Stelle chiedono le sue dimissioni, in seguito alla richiesta di sei misure cautelari da parte della magistratura, tra cui una nei confronti dell’assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi e dell’imprenditore Manfredi Catella.
L’opposizione insorge: “Serve un cambio radicale”
Il primo affondo è arrivato da Fratelli d’Italia: i senatori Sandro Sisler e Riccardo Truppo parlano apertamente della necessità di una discontinuità alla guida di Milano. “Non è accettabile – affermano – che un membro chiave della giunta sia coinvolto in un’indagine di questa portata. Serve un cambio radicale”.
Anche la Lega si accoda, con la consigliera Silvia Sardone che incalza: “È doveroso sapere cosa accadeva realmente nei corridoi del Comune. L’amministrazione è ferma da mesi. Grandi opere come la riqualificazione di Piazzale Loreto o la questione San Siro sono paralizzate”.
Duro anche il Movimento 5 Stelle, che attraverso il senatore Agostino Santillo definisce la situazione “il riflesso di un sistema malato”. Il M5S attacca anche il cosiddetto “decreto Salva-Milano”, che – secondo loro – avrebbe spalancato la porta agli speculatori edilizi: “Sala dovrebbe togliere il disturbo prima che la città venga definitivamente compromessa”.
Sala: “Non vanifichiamo il lavoro fatto”
Il sindaco Beppe Sala ha respinto con fermezza gli attacchi, sottolineando la distanza tra l’azione politica della sua giunta e le condotte oggetto di indagine: “Non ci riconosciamo in questa narrazione. È fondamentale analizzare i fatti con equilibrio, senza compromettere il percorso di rigenerazione urbana che Milano ha intrapreso negli ultimi anni”.
Riguardo all’assessore Tancredi, Sala ha spiegato che “si sta confrontando con i propri legali prima di prendere qualsiasi decisione”, mantenendo al momento una posizione attendista.
L’inchiesta: un sistema “deviato”
Secondo le accuse mosse dalla Procura, Tancredi avrebbe agito “in piena sintonia” con il sindaco Sala e con il direttore generale del Comune, Christian Malangone, per favorire interessi immobiliari specifici. I magistrati parlano di un sistema urbanistico deviato e politicizzato, dove le scelte strategiche venivano orientate per agevolare alcuni operatori privati.
Il cuore dell’inchiesta ruota attorno alla gestione delle trasformazioni urbanistiche in città, con presunti favoritismi e irregolarità nella pianificazione di grandi progetti edilizi. Gli inquirenti sospettano che vi sia stata una saldatura opaca tra potere politico e imprenditoria immobiliare.
Le prossime mosse
L’opposizione ha annunciato battaglia in Consiglio comunale, dove domani si discuterà della mozione per chiedere le dimissioni del sindaco. L’eventuale posizione di Tancredi, e l’evoluzione del quadro giudiziario, potrebbero diventare determinanti per il futuro politico di Sala.