
Milano – Stop al prete influencer: la curia blocca ‘don Rava’: “Basta spot sui social”
Negli ultimi giorni è esplosa una polemica attorno a Don Alberto Ravagnani, giovane sacerdote di 32 anni, conosciuto per la sua straordinaria popolarità sui social network, dove conta centinaia di migliaia di follower, in particolare tra i ragazzi. Don Alberto, spesso definito un “prete influencer”, ha costruito la sua missione proprio sulla comunicazione digitale, cercando di parlare di fede e spiritualità con un linguaggio moderno e diretto, vicino alla Generazione Z.
Ma un video promozionale per integratori alimentari pubblicato sui suoi canali social ha scatenato forti critiche e malumori, sia tra i fedeli che all’interno della stessa Curia di Milano. Nel reel in questione, il sacerdote spiegava: “Santo sì, ma anche sano. Pregare non basta, ciccini! Gli integratori mi aiutano a restare forte per la mia missione”. Una frase che, unita alla sua immagine sportiva e al fisico allenato, ha sollevato dubbi sull’opportunità per un prete di fare pubblicità commerciale, anche se lo scopo dichiarato era raccogliere fondi per le attività pastorali.
Il quotidiano La Repubblica ha riportato che la Curia milanese lo avrebbe richiamato all’ordine, invitandolo a sospendere collaborazioni di natura pubblicitaria. Don Alberto, però, ha inizialmente reagito con ironia, commentando un post con un: “In che senso scusate? Non mi risulta”.
A chiarire la situazione è stata poi la Curia di Milano, contattata direttamente da alcuni giornalisti. Dall’Arcivescovado è emerso che con Don Ravagnani si è svolto un incontro sereno, durante il quale gli è stato semplicemente fatto notare che quel tipo di sponsorizzazione non era considerato appropriato per un sacerdote. Nessuna sanzione disciplinare, dunque, ma solo un invito alla prudenza. La Curia ha anche precisato che la missione digitale di Don Alberto non è in discussione, anzi continua a essere apprezzata per la sua capacità di comunicare la fede nel mondo contemporaneo.
Il sacerdote, originario della Brianza e attivo nella parrocchia di Corso San Gottardo, resta una figura centrale nella pastorale giovanile milanese, scelta proprio per la sua abilità nel dialogare con i più giovani.
Dopo il colloquio con la Curia, il sacerdote avrebbe accettato il richiamo informale, comprendendo l’invito a non oltrepassare i confini tra fede e marketing. Intanto, molti dei commenti – anche critici – sotto al video incriminato sono scomparsi, ma il dibattito sul ruolo dei sacerdoti nell’era dei social resta aperto.