
Norvegia: 8,5 miliardi di dollari di aiuti nel 2026 all’Ucraina: così il Paese scandinavo ‘blinda’ i profitti del proprio gas – La strategia

Norvegia: 8,5 miliardi di dollari di aiuti nel 2026 all’Ucraina: così il Paese scandinavo ‘blinda’ i profitti del proprio gas.
La Norvegia ha annunciato l’intenzione di rinnovare e rafforzare il proprio impegno a sostegno dell’Ucraina, confermando per il 2026 un pacchetto di aiuti pari a 84 miliardi di corone, circa 8,5 miliardi di dollari. A darne notizia è stato il primo ministro Jonas Gahr Store durante una visita ufficiale a Kiev il 25 agosto, occasione in cui ha ribadito che Oslo continuerà a sostenere il Paese invaso dalla Russia sia sul piano militare che su quello finanziario. L’appoggio non si limiterà all’invio diretto di fondi, ma comprenderà anche il co-finanziamento con la Germania per l’acquisto di sistemi di difesa Patriot di fabbricazione statunitense e altre armi.
Questa decisione dovrà essere inserita dal premier nella legge di bilancio per il 2026 e rappresenta circa il 2% del prodotto interno lordo norvegese. L’annuncio giunge a ridosso delle elezioni parlamentari dell’8 settembre, dove il Partito laburista si confronterà con i conservatori di Erna Solberg.
Perché la Norvegia punta sull’aiuto all’Ucraina?
La risposta nell’analisi dell’esperto di Geopolitica Andrea Muratore, sul sito insideover.co – “La resistenza dell’Ucraina ha indubbiamente un vasto consenso in Norvegia, è sostenuta dal suo governo ed è apertamente appoggiata dai finanziamenti diretti deliberati dal governo di Oslo, ma è al contempo indubbio che per il Paese scandinavo oggi puntellare la resistenza del Paese invaso contribuisce anche a sostenere gli interessi nazionali. La Norvegia è da indicare tra gli Stati che hanno già vinto, con gli interessi, la guerra in Ucraina dopo che l’invasione russa del febbraio 2022 ha portato alla rottura dei grandi accordi energetici tra Mosca e l’Europa, rendendo Oslo di gran lunga il primo fornitore del mercato comunitario. Oslo nei primi due trimestri del 2025% ha fornito il 52 e il 55% del gas via tubo importato dall’Europa e da sola copre poco meno di un terzo delle importazioni totali, gas naturale liquefetto compreso.
“Dall’inizio della guerra in Ucraina – aggiunge Muratore – ” notava Le Monde a gennaio, gli incassi extra del Paese nordico per il settore energetico sono stati pari, al 31 dicembre 2024, a 107,7 miliardi di euro (quasi 125 miliardi di dollari) e non è irragionevole pensare che entro fine anno, nonostante il calo dei prezzi rispetto al 2022-2023, possano essere cresciuti di un’altra ventina di miliardi.
L’aiuto di Oslo a Kiev dunque è ampiamente finanziato, nell’erario norvegese, dalle ricadute fiscali dell’attività di Stato il e a suo modo garantisce che la resistenza ucraina continui a consolidare la nuova egemonia energetica della Norvegia nel Vecchio Continente. A inizio anno la testata danese Politiken arrivò ad accusare la Norvegia di essere una “profittatrice di guerra”, seppure vada segnalato che da allora in avanti per il 2025 e 2026 l’assistenza di Oslo è aumentata di sei volte rispetto ai dati del 2024. Consolidare la resistenza ucraina, tenere impantanata la Russia e incentivare una strategia di disaccoppiamento totale dell’Europa dal gas russo fa anche l’interesse norvegese. Per Oslo, quello su Kiev non è solo un atto di amicizia politica, ma anche, a suo modo, un investimento”.