
Recensioni online, regole meno rigide: no all’obbligo di identificazione

Il disegno di legge sulle piccole e medie imprese cambia rotta. Dopo il dibattito acceso sull’obbligo di identificazione per chi lascia recensioni online, il testo in discussione in Commissione Industria al Senato abbandona questa misura, optando per un approccio più in linea con le norme europee. L’obiettivo resta quello di garantire la veridicità dei commenti su ristoranti, hotel e prodotti, ma senza imporre ai consumatori di fornire la propria identità.
L’emendamento, presentato dai relatori Salvo Pogliese (Fratelli d’Italia) e Gianluca Cantalamessa (Lega), accoglie le osservazioni della Commissione europea in materia di privacy e libertà di espressione. “Non si tratta di togliere tutele, ma di renderle compatibili con le regole Ue”, spiegano i due deputati.
La nuova versione dell’articolo 13 prevede che le recensioni siano dettagliate e pertinenti, con diritto di replica per gli esercenti e possibilità di cancellazione in caso di falsità evidente. Il tempo per lasciare un commento passa da 15 a 90 giorni, mentre sparisce il divieto di attribuire recensioni a prodotti o servizi diversi da quelli acquistati.
Resta vietata la compravendita di commenti e qualsiasi forma di condizionamento tramite incentivi. Sarà inoltre vietato promuovere o influenzare le valutazioni degli utenti attraverso accordi commerciali nascosti. “Vogliamo preservare l’affidabilità delle recensioni, non alimentare un mercato parallelo”, sottolineano i relatori.
Il compito di elaborare le linee guida non spetterà più all’Agcom, ma all’Antitrust, che potrà infliggere sanzioni fino al 10% del fatturato annuo globale delle imprese coinvolte. Saranno coinvolti anche il Garante della Privacy e il ministero del Turismo.
Le associazioni di categoria della ristorazione e delle strutture turistiche potranno ottenere la qualifica di “segnalatore attendibile”, facilitando la rimozione dei contenuti illeciti. Le nuove norme si applicheranno solo alle recensioni future, senza effetto retroattivo.
Il provvedimento mira a evitare distorsioni del mercato e casi estremi come quello della ristoratrice trovata morta nel gennaio 2024, dopo aver risposto a una recensione omofoba ritenuta falsa. “Le recensioni online devono tornare a essere uno strumento di fiducia, non un’arma di concorrenza sleale”, è la linea tracciata dal governo.